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Le potenze del presente, la rivoluzione (necessaria) del futuro prossimo

di Roberto
Rosso

Ovvero la necessita di un movimento di liberazione, di una rivoluzione prossima contro l’involuzione catastrofica del sistema sociale dominate.

Le pagine, gli articoli, i documenti dedicati dalle istituzioni europee -Commissione, Consiglio e Parlamento- alle tecnologie digitali, costituiscono un patrimonio che si rinnova ed accresce costantemente, Si rinnova costantemente il sistema di norme con cui si cerca di regolare l processo di innovazione di cui il digitale è il fattore primario trasversale a tutte le filiere produttive, ad ogni nesso sociale dirompente per i fondamenti di ogni architettura istituzionale.
Come ripetiamo ad ogni occasione ‘la norma insegue l’algoritmo’ e non viceversa; tutti gli aspetti dei sistemi normativi sono messi sotto tensione, dai fondamenti costituzionali, alle ultime articolazioni delle diverse branche del diritto, nazionale ed internazionale. Il sistema dei diritti, che costituiscono il fondamento, il profilo in base al quale si definisce di ogni sistema giuridico ed istituzionale, è ridefinito, rispecchia un mutamento antropologico profondo delle nostre società, mutamento nel quale è difficile collocarsi, identificando la propria posizione, quanto meno nell’intorno di punto di una traiettoria.
Ci si confronta con le ‘potenze’ che questo nuovo mutevole ordinamento sociale produce, stiamo ragionando sui diversi conflitti che emergono tra gli stati il ‘big tech’ e gli stati; l’ordinamento neo-liberale che ha suscitato una rete globale di movimenti contro ’la globalizzazione finanziaria’ ha generato più crisi ed è mutato più velocemente di qualsiasi altro assetto globale che lo abbia preceduto. I movimenti antagonisti a loro volta si sono dispersi, ricomposti e trasformati a più riprese.

Oggi ci troviamo in un punto di convergenza dei fattori di mutamento, di intersezione degli orizzonti di crisi. Fattori di crisi e di mutamento che interagiscono generando forme complesse, movimenti imprevedibili; l’esplosione della pandemia interseca lo sviluppo diseguale dell’economia mondo, ne accentua le diseguaglianze, evidenzia gli squilibri pressoché irrimediabili nel processo di riproduzione delle reti ecologiche e del sistema climatico globale. Le derive ‘naturali’ nell’ecologia e nel clima rimandano nel senso comune e nella memoria storica a tempi lunghi in cui si riproducono i cicli stagionali, mentre solo da pochi decenni e soprattutto negli ultimi anni abbiamo imparato, stiamo imparando quanto il ritmo si sia accelerato e l’orizzonte della catastrofe si sia avvicinato. La dimensione e la velocità dei mutamenti danno la vertigine, arriva ad una sua ulteriore tappa la riflessione che si interroga sulla potenza ed i limiti della tecnica su cui ci si interroga dalla crisi della ragione scientifica, dei suoi paradigmi dell’inizio del ventesimo secolo; i sistemi socio-tecnici mentre diventano sistemi auto-riflessivi, dotati di capacità di auto-rappresentazione, di auto-descrizione con la capacità di definire un range di traiettorie possibili della propria evoluzione, sembrano contemporaneamente perdere la capacità di decidere quale traiettoria scegliere.

I richiami al senso del limite, all’incombere di soglie catastrofiche non mancano; si avverte dell’inutilità di vaccinare una parte dell’umanità se nell’altra parte imperversa la pandemia, condizione della mutazione del virus destinate a ritornare ad infestare la parte privilegiata del mondo.

Rispetto al cambiamento climatico l’Agenzia Internazionale per L’Energia indica nel rapporto ‘Net zero by 2050’1 la necessità di azzerare l’emissione netta di CO2 entro il 2050 per non superare il limite di 1.5 gradi centigradi attraverso 400 tappe fondamentali per raggiungere l’obiettivo. Tra queste la necessità di abbandonare già da ora qualsiasi investimento in combustibili fossili (petrolio e gas) così come nelle centrali elettriche alimentate a carbone, oltre al completo stop, entro il 2035, delle auto a benzina e/o diesel2 . L’abbandono di qualsiasi investimento nei combustibili fossili appare piuttosto improbabile nonostante la stretta connessione a tutti gli altri indicatori di cambiamento. Appare purtroppo improbabile un cambiamento così repentino3se confrontato con l’inerzia dei sistemi economici; pensiamo all’infiammarsi dei mercati delle commodities a fronte della forte ripresa dell’economie cinese e statunitense. Eppure questo avviso è stato dato e non da centri di ricerca che pure da anni mettono sull’avviso. La risposta cinese da questo punto di vista è esemplare4 dove il carbone continua ad essere una fonte essenziale nella produzione di energia5. L’india a sua volta ha un vero e proprio primato nell’utilizzo del carbone e mostra l’intenzione di proseguire su questa strada6, suscita l’allarme delle AIE entra nellle strategie internazionali7. Il modello di sviluppo del sub-continente indiano appare luogo di contraddizioni esplosive, particolarmente evidenti se incrociamo questo dato con la crescita esponenziale della pandemia nelle ultime settimane pur essendo uno dei maggiori produttori mondiali di medicinali. Il ruolo dell’India nelle filiere dell’ICT8 non fa che aumentare il grado di contraddizione di questa formazione sociale, una sorta di transizione mai compiuta con la maggioranza della popolazione che vive nelle campagne.

Se in questa trama di contraddizioni torniamo al nesso tra tecnologie digitali e diritti fondamentali l’attenzione torna necessariamente sulla Cina e la subordinazione di Apple alle strategie di controllo sociale dello stato cinese9. Apple ha collocato negli ultimi 20 anni gran parte della sua produzione in Cina dove realizza un quinto del suo fatturato e dove ha raggiunto un compromesso realizzando un data center dove si colloca il cloud dei dati dei dispositivi Apple in Cina l’impianto in realtà è di proprietà della Guizhou-Cloud Big Data (GCBD) una società controllata dal governo provinciale dello Guizhou. Di fatto nonostante la gestione diretta Apple che afferma di aver ceduto informazione solo in nove casi negli anni -la decisione di apire l’impianto è stata presa nel 201710 negli anni sono state rimosse decine di migliaia di apps sulla base delle indicazioni del governo cinese ed è stata adottata una tecnologia di criptazione diversa da quella adottata nel resto del mondo11. La Cina ha adottato nel 2016 una legge per cui tutti i dati personali e comunque rilevanti raccolti in Cina devono essere conservati in Cina e le autorità sono indiritto di interrompere il servizio iCloud di Apple se ciò non avvenisse. Cook che ha visitato la Cina a più riprese intavolando lunghe trattative con il governo si è adeguato; ciò in pieno contrasto con la politica di Apple che si fa paladina della privacy in conflitto con la politica di altre società del Big Tech, Facebook per prima. I rapporti tra le potenze del Big Tech e le politiche sulla sicurezza e d il controllo sociale dei poteri pubblici sono più complicati e sfumati in Europa e negli Usa, ma si arriva comunque a compromessi sostanziali, tema su cui ci siamo confrontasti e che continueremo ad approfondire. L’esorbitatane produzione normativa e documentale delle istituzioni europee ne è la testimonianza più evidente, costretta nella contraddizione tra la promozione dello sviluppo di un settore su cui l’Europa è in ritardo rispetto a Cina e USA la realizzazione di un dispositivo normativo che regoli una rete di servizi attraverso i quali passano le relazioni sociali e produttive che accumulano dati cambiano rapidamente forma e dimensioni. D’altra parte mentre si afferma il rispetto di diritti fondamentali il ruolo degli stati nel governo dell’Unione fa sì che il rispetto della privacy, del diritto all’informazione quanto a farla e riceverla sono comunque più che minacciate; non ci riferiamo solo alla Polonia o all’Ungheria, recentemente in Francia dove il Consiglio di Stato recentemente ha preso una decisione che legittima il controllo, la sorveglianza di massa12 La sentenza autorizza la conservazione di dati e metadati che ne definiscono il valore informativo al di là di situazione di emergenza che ne giustifichino temporaneamente e l’acquisizione e la conservazione; ciò contro ripetute sentenza della Corte di Giustizia Europea. Si potrebbe dire una banale affermazione della ‘ragion di stato’.

Ritornando ad un altro dei temi caldi della congiuntura in cui ci troviamo a vivere: la pandemia ha esaltato il ruolo di una delle potenze dell’economia mondo, Big Pharma, quel sistema di società -che si conta sulle dita di non più di due mani se non di una- e che si presenta come il salvatore dell’umanità. In realtà siamo di fronte all’appropriazione privata, alla concertazione in poche mani di un processo di produzione di conoscenze realizzato da una diffusa rete di centri di ricerca, di filiere di ricerca che durano da decenni, attività che hanno goduto di importanti finanziamenti pubblici, soprattutto nell’ultima fase dedicata alla realizzazione dei vaccini. Comunque Il risultato sul piano finanziario è una crescita esponenziale dei fatturati, dei profitti e dei valori borsistici. Un punto di accumulo di potere e ricchezza, di esaltazione delle diseguaglianze un freno sostanziale alla diffusione delle conoscenze che stanno alla base dell’innovazione tanto di prodotto che di processo (di produzione), tanto per fare giustizia delle polemiche relative ai brevetti, sulla differenza tra la ‘ricetta’ dei farmaci vaccinali e le competenze, il dispositivo tecnologico necessario a realizzarla. La battaglia sui brevetti è il prodotto necessario di questo stato di cose.
Queste brevi note sono la continuazione diretta della riflessione contenuta nell’articolo ‘La pandemia, il breve ed il lungo termine della trasformazione sociale’ come nell’articolo precedente l’accento è posto è posto sui tempi diversi della trasformazione sociale, sulla impossibilità di governarla con sistemi normativi più o meno autoritari e di rimuoverne le contraddizioni profonde senza mutarne la natura profonda, si potrebbe dire senza un cambiamento rivoluzionario o meglio senza una rivoluzione diversa da quella che è in corso, l’attuale ‘rivoluzione dall’alto’. I rapporti di forza non sembrano particolarmente favorevoli alla necessaria rivoluzione del futuro prossimo; quanto sia prossimo questo futuro ce lo dicono i tempi e gli orizzonti catastrofici che incombono e nel cui processo di realizzazione già oggi viviamo. L’incapacità di minare la crescita dell potenze che governano le nostre esistenze producono quelle situazioni che riempiono le cronache quotidiane; il confronto tra in potere macchinico, sistemico e la ‘nuda vita’ produce una drammatica alternativa tra la completa alienazione della propria vita e la sua totale precarietà e messa in discussione. In questa essenziale della contraddizione, schematicamente descritta il prodotto non è il trionfo della società organizzata, della democrazia formale retta dalla tecnologia contro il disordine caotico della nuda vita, ma l’indifferenza, quando non l’aggressività, il razzismo e la difesa violenta del proprio status sociale da parte di chi vive nella prima parte della società è ciò che vediamo esemplificato crudelmente sulle rive del mar mediterraneo, in Israele e Palestina, sulle rotte dei migranti che lo attraversano, nelle fratture delle società europee. Senza un processo di liberazione locale e globale, si imporrà la logica del ‘si salvi chi può’, la corsa verso scialuppe di salvataggio sempre più tecnologicamente attrezzate, una rete di sistemi socio-tecnici entro un mare di catastrofi ecologiche, sociali e sanitarie.

  1. https://www.iea.org/reports/net-zero-by-2050 []
  2. https://www.theguardian.com/environment/2021/may/18/no-new-investment-in-fossil-fuels-demands-top-energy-economist[]
  3. anche se alcuni paesi stanno prendendo l’iniziativa, mentre altri accelerano https://www.theguardian.com/business/2020/dec/04/denmark-to-end-new-oil-and-gas-exploration-in-north-sea []
  4. https://www.theguardian.com/environment/2021/feb/01/world-kick-coal-habit-start-green-recovery-iea-fatih-birol []
  5. https://www.theguardian.com/world/2019/nov/20/china-appetite-for-coal-power-stations-returns-despite-climate-pledge-capacity []
  6. https://www.theguardian.com/world/2020/aug/08/india-prime-minister-narendra-modi-plans-to-fell-ancient-forest-to-create-40-new-coal-fields []
  7. https://www.brookings.edu/research/the-case-for-us-cooperation-with-india-on-a-just-transition-away-from-coal/ []
  8. IT & BPM Information Technology – Business Process Management – https://www.ibef.org/industry/information-technology-india.aspx []
  9. https://www.nytimes.com/2021/05/17/technology/apple-china-privacy-censorship.html?action=click&module=Top%20Stories&pgtype=Homepage []
  10. https://www.nytimes.com/2017/07/12/business/apple-china-data-center-cybersecurity.html []
  11. https://www.nytimes.com/2021/05/17/technology/apple-china-censorship-data.html []
  12. https://www.laquadrature.net/2021/04/21/le-conseil-detat-valide-durablement-la-surveillance-de-masse/ – https://edri.org/our-work/frances-highest-court-validates-mass-surveillance-in-the-long-term/ []
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