Segnalati da labottegadelbarbieri.org, riprendiamo due comunicati di UIKI Onlus e del Coordinamento Kurdistan –
Mentre per il 10 ottobre, a 25 anni dalla cattura del dirigente politico curdo, si rilancia la campagna Libertà per Öcalan, soluzione politica per il Kurdistan”, nella Siria del nord e non solo continuano i bombardamenti turchi, e nel silenzio quasi assoluto.
ATTACCHI AEREI DELLA TURCHIA CONTRO LA SIRIA DEL NORD-EST OTTOBRE 2023
PUNTI CHIAVE
– Oltre 20 attacchi aerei turchi hanno preso di mira l’elettricità, l’acqua, il petrolio e altre infrastrutture umanitarie di base in tutta la Siria del Nord-Est a guida curda (NES)
– Rifugiati in fuga dagli attacchi aerei mentre il personale delle ONG internazionali si ritira dal campo; otto morti di oggi portano il conto delle vittime negli attacchi aerei turchi a oltre 80 solo nel 2023
– Mancanza di energia elettrica e di acqua in tutte le regioni curde dei NES, compresi gli ospedali; si teme un collasso umanitario nella regione, dove milioni di persone già soffrono per la carenza d’acqua e blackout elettrici.
– Le forze statunitensi nella regione avrebbero abbattuto un drone turco in un raro scontro NATO contro NATO
– Il Rojava Information Center è disponibile a fornire commenti sul campo, oltre a foto e video dai siti degli attacchi aerei e a contattare i rappresentanti politici e il personale umanitario per i loro commenti.
CONTESTO
– La campagna di attacchi aerei della Turchia contro i NES è in corso dall’invasione del 2019, uccidendo centinaia di civili fino ad oggi.
– La campagna di bombardamenti di oggi segna la peggiore escalation dal 2019, mettendo in pericolo la vita di milioni di civili.
– La Turchia ha annunciato l’intenzione di trattare quelle che ha definito “infrastrutture dell’YPG” come obiettivi legittimi dopo un recente attacco ad Ankara, che ha ferito due poliziotti ed è stato rivendicato dal Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK).
– Ma i leader politici e militari dei NES hanno sottolineato di non avere alcun legame con l’attacco di Ankara, accusando la Turchia di usare l’incidente come casus belli.
– In un briefing, il Dipartimento di Stato americano ha ribadito la sua posizione secondo cui l’YPG curdo siriano, formalmente alleato degli USA nella lotta contro l’ISIS, è separato dal PKK, sottolineando inoltre che gli attacchi turchi alla regione potrebbero danneggiare la prosecuzione della lotta anti-ISIS
ULTIMI ATTACCHI
– Oltre 20 attacchi finora (vedi sotto per l’elenco completo), che hanno preso di mira una diga, tre sottostazioni elettriche e quattro campi petroliferi, oltre a veicoli civili, uccidendo finora otto persone.
– Gli attacchi aerei nei pressi del campo profughi di Washokani, che ospita sfollati in fuga dall’invasione e dall’occupazione turca del 2019, hanno scatenato il panico tra gli sfollati e il ritiro del personale delle ONG dal campo.
– Segnalati blackout diffusi nella città a maggioranza curda di Qamishlo e nelle città di Tirbe Spi, Gire Spi, Amude e Cil Agha, anche negli ospedali civili.
– Circa un milione di persone soffre già di carenza d’acqua a causa del blocco del flusso idrico nella regione da parte della Turchia, condannato dalle Nazioni Unite e da Human Rights Watch.
– Attacco in corso dal 4 ottobre alla notte del 5 ottobre
DICHIARAZIONE
In una dichiarazione alla stampa, il leader politico curdo siriano Saleh Muslim ha detto:
“In precedenza, il Ministro degli Esteri Hakan Fidan ha minacciato di attaccare tutte le nostre infrastrutture, sia minori che maggiori. Con questa dichiarazione, ha apertamente dichiarato al mondo la sua intenzione di commettere crimini contro l’umanità. Gli attacchi sono continui da ieri, 4 ottobre. Finora hanno bombardato 10 località, tra cui strutture civili e governative. Hanno preso di mira civili, trasformatori elettrici, veicoli civili, raffinerie di petrolio e serbatoi d’acqua.
“Lo Stato turco non si è mai tirato indietro dal prendere di mira coloro che si allineano con i curdi. Quello che stanno facendo è barbaro. È un attacco non solo al popolo curdo, ma a tutta l’umanità.
Alcuni sostengono che la questione riguardi il terrorismo, riferendosi all’incidente di Ankara. Il nostro movimento e l’SDF [Forze Democratiche Siriane] hanno chiaramente affermato che non abbiamo alcun legame con quell’incidente.
Non ci immischiamo negli affari interni della Turchia. Crediamo che se gli aerei da guerra cesseranno di sorvolare la Siria, saremo in grado di difenderci”.
ELENCO COMPLETO DEGLI ATTACCHI FINORA
- Area di Mushairfah, Heseke (serbatoio diesel bruciato, 3 feriti); 2. Incrocio Darbasiyah/ Heseke/Tel Tamir (colpo su auto); 3. Ovest del campo per sfollati di Washokani, Heseke (causando il ritiro delle ONG dal campo); 4. Area di Mushairfah, Heseke; 5. Nei pressi della diga di Cil Axa; 6.Tal Habash, Amude (6 morti, 2 feriti); 7. Al-Tawila, Tel Tamir
- Impianto petrolifero Gerdahol, Tirbespi 9. Impianto petrolifero di Saida, Tirbespi 10. Qasf, Sarrin 11. Impianto petrolifero di Al Qaws, Cil Axa. 12. Centrale elettrica, Qamishlo 13. Jalabiyah, Kobane (2 morti) 14. Al-Rakbah, Tel Tamir; 15. Sottostazione elettrica, a ovest di Heseke;
- Centrale elettrica di Amude 17. Impianto petrolifero di Al-Zarba, Tirbespi; 18. Dardara. Tel Tamir; 19. Impianto petrolifero di Odeh, Tirbespi; 20. Sito in costruzione a Qamishlo.
CONTATTI
Contattare il Rojava Information Center via WhatsApp al numero: +963 992 461 683 per foto, video, commenti e contatti con gli intervistati sul posto.
UIKI Onlus Ufficio d’Informazione del Kurdistan in Italia
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Libertà per Öcalan, soluzione politica per il Kurdistan
Il 9 Ottobre 2023 segna il venticinquesimo anniversario del complotto internazionale che ha portato al rapimento del presidente del Kurdistan Abdullah Ocalan e alla conseguente sua detenzione nel carcere di massima sicurezza dell’isola di Imrali.
Da 29 mesi non ci sono notizie sul suo stato di salute e delle altre tre persone detenute nella stessa prigione: Ömer Hayri Konar, Veysi Aktaş e Hamili Yıldırım. Il 25 Marzo 2021, in seguito ad un’ondata di preoccupazione dell’opinione pubblica, è stata concessa una telefonata ad Abdullah Ocalan da parte di suo fratello Mehmet Öcalan, interrotta però dopo appena due minuti. Prima di allora l’ultima visita dei familiari di Ocalan risale al marzo 2020 e l’ultimo colloquio con i suoi avvocati all’agosto 2019. Le visite degli avvocati vengono impedite con continue sanzioni disciplinari applicate arbitrariamente ad Ocalan e con presunti problemi “tecnici” che impedirebbero l’accesso all’isola.
Le condizioni di isolamento prolungato dei prigionieri di Imrali violano apertamente le regole minime standard delle Nazioni Unite per il trattamento dei prigionieri, nonché lo stesso codice penale della Repubblica di Turchia. Il Comitato per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti del Consiglio d’Europa (CPT), unica istituzione in grado di visitare Imrali senza chiedere permessi, non ha reso pubblici i dettagli della sua ultima visita alla prigione di Imrali tra il 20 e il 29 settembre 2022, nonostante i numerosi appelli degli avvocati di Öcalan.
All’età di 74 anni, Abdullah Öcalan ha trascorso 24 anni in prigione; quasi un terzo della sua vita. Durante la detenzione, Öcalan ha redatto numerosi scritti difensivi e documenti per i tribunali nazionali ed europei, tradotti e pubblicati in diverse lingue. Il Presidente curdo è autore di oltre sessanta libri su una vasta gamma di argomenti: dalla religione, alla filosofia, alla liberazione delle donne, all’arte, alla politica e alla questione della autodeterminazione dei popooli. Questi scritti hanno portato alla creazione di una nuova filosofia di governo denominata “Confederalismo Democratico”, attualmente applicata nel Nord-Est della Siria e in diverse altre aree a maggioranza curda.
Lo scorso 26 Luglio si è tenuta a Bruxelles una conferenza stampa su questi temi a cui hanno aderito più di 40 tra organizzazioni sindacali, partiti politici, amministratori locali, avvocati, intellettuali e accademici. Nel corso della conferenza stampa è stata espressa da più partecipanti l’urgenza di incrementare gli sforzi e ampliare la lotta per la liberazione di Abdullah Ocalan.
Per queste ragioni abbiamo deciso di iniziare una nuova fase della campagna internazionale per la liberazione di Abdullah Ocalan e di tutti i detenuti politici.
La campagna del 10 ottobre
Il 10 ottobre il Coordinamento Kurdistan lancerà questa nuova campagna attraverso 74 conferenze stampa simultanee in altrettante città d’Europa, alla presenza di attivisti, intellettuali, accademici, amministratori locali, personalità politiche e della società civile.
In Italia, contemporaneamente, oltre a Campobasso, la conferenza stampa avrà luogo a Roma, Milano, Torino, Bologna, Firenze, Pisa, Palermo, Genova, Rovigo, Oristano, Ghilarza (altre città si aggiungono mentre stiamo scrivendo).
L’iniziativa campobassana si svolgerà alle 12,00 in Piazza Prefettura, con la partecipazione di Antonio Ruggieri, membro del comitato nazionale per la libertà di Abdullah Ocalan e di Mario Folchi, della Rete Kurdistan.
All’iniziativa ha aderito Unione Popolare del Molise, la Federazione regionale dei Verdi per l’Europa e la Casa del Popolo di Campobasso.
https://www.osservatorioafghanistan.org/index.php/articoli-2023/3725-liberta-per-oecalan-soluzione-politica-per-il-kurdistan