“Cerchiamo di capire quello che è successo nella sinistra in Italia per evitare gli stessi errori”, ripeteva quasi dieci anni fa Alexis Tsipras nei suoi comizi per le europarlamentari a capo di una lista che portava in Italia il suo nome. Pochi giorni fa nel suo giro politico a Roma ha evitato anche di incontrare i suoi compagni del Partito della sinistra europea che tanto lo avevano sostenuto nelle sue battaglie contro la Troika e gli anni che è stato a capo del unico governo di sinistra in Europa.
Dopo essere crollato nelle ultime doppie elezioni parlamentari con venti due punti percentuali dietro la Nuova democrazia, aver perso metà dei suoi voti in una legislatura e aver perso il suo leader – capo indiscusso, a parte nelle elezioni amministrative, SYRIZA Alleanza progressista sembra nel vortice di una frammentazione e disillusione senza fine per tanti dei suoi elettori e militanti.
Il nuovo leader del partito Stefanos Kasselakis, il greco-americano, ex Goldman Sachs non riesce a recuperare il terreno, anche se ha il sostegno di tutto l’apparato del correntone di Tsipras e una parte dell’opinione pubblica che è attratta dalla sua apparizione in politica dal nulla e la continua alimentazione della sua immagine.
Se Nikos Pappas, il braccio dentro di Tsipras per tantissimi anni, vuole che SYRIZA AP esca dal Partito della sinistra europea per allearsi con i Socialisti e i democratici e osa proporre come strada da seguire nei giorni nostri la tenza via di Tony Blair, ma anche di Gerhard Schroder e Massimo D’Alema, Stefanos Kasselakis tra altre cose lontane da qualsiasi pensiero di sinistra e per di più radicale ha detto alla platea degli industriali di SEB, la Confindustria greca, che i lavoratori si devono preoccupare per la sviluppo delle aziende e di accettare le loro stock options per farle crescere.
Kasselakis segue in sostanza la politica di Tsipras sull’allargamento del partito verso il centro sinistra, se non direttamente il centro, dove già Syriza AP ha pagato un enorme prezzo nelle ultime due elezioni parlamentari visto che cercando il voto moderato, arrotondando e annacquando la sua politica ha perso centinaia di migliaia di voti nel quartieri più popolari di Atene, Pireo e Salonicco. La strategia della ricerca del voto moderato si à dimostrata fatale ma SYRIZA AP è sembrato disposo a cambiare leader ma non strategia e politica.
Le obbiezioni della sinistra del partito, specialmente dell’”Ombrella” di Euclide Tsakalotos ma anche dei più relativamente moderati dei cosiddetti “6+6” di Efi Achtsioglou, la ex ministra del Lavoro e sfidante di Kasselakis per la leadership del partito, sono state affrontate con una aggressività e una volgarità viste solo nelle peggiori curve degli stadi portando una dopo l’altra le due correnti interne di andarsene per creare il gruppo parlamentare Nuova sinistra con 11 deputati, il primo nella storia del parlamento unicamerale greco, rischiando di perfino di fare perdere a Syriza AP il posto del secondo gruppo parlamentare. Nel parlamento europeo la Nuova sinistra è presente con due eurodeputati, tra cui il vicepresidente del parlamento europeo Dimitris Papadimoulis.
In tanti credono che la frammentazione di SYRIZA AP non à finita ancora perché nel congresso del partito, che è fissato per la fine di febbraio, è probabile che lo lasci anche la corrente dell’avocato laburista Dionisis Temponeras, che si trova già nel mirino dei populisti dell’ex viceministro della Salute Paulos Polakis, che è diventato in pratica il braccio destro e mentore di Kasselakis.
La Nuova sinistra, che ha scelto come capo gruppo l’ex ministro degli Interno e dello Sviluppo Alexis Charitsis, deve dimostrare che ha recuperato lo shock dell’uscita – cacciata dal partito e organizzare una vera alternativa politica di sinistra radicale, verde, femminista e movimentista per attrarre chi resta a casa o continua ad abbandonare SYRIZA AP senza una propria metaa.
Syriza AP ha messo un divieto sulle notizie che riguardano la “quinta colonna” di Nuova sinistra nei suoi mezzi di informazione, la radio “stoKokkino” ed il quotidiano “Avgi”, che evita di pubblicare perfino le foto dei “traditori”, mentre la Nuova sinistra si appoggia sul giornale settimanale “Epohi”.
La strada sarà molto difficile tanto per SYRIZA AP che all Nuova sinistra, vista la loro prossima competizione per il voto della sinistra nelle prossime europarlamentari, con la Nuova sinistra trasformata nel frattempo in un vero partito.
I sondaggi sono però spietati per la sinistra, come l’ultimo della MRB, che mostra il PASOK al 12,2% nel secondo posto e Syriza con il 10,9% al terzo seguito dal KKE con l-8,1% e il gruppo parlamentare della Nuova Sinistra, che raccoglie il 2,5%, quasi quando il MERA25 di Gianis Varoufakis che rimane al 2,2%. La popolarità di Stefanos Kasselakis intanto è al quinto posto e più bassa anche da quella di Zoe Konstantopoulou.
La destra al governo sembra di non soffrire più di tanto dal forte disaggio della gente dal caro prezzi, dal crollo del sistema sanitario o i salari bassi e la disoccupazione visto che la Nuova Democrazia rimane al 32,5%, con più di venti punti percentuali dal PASOK, con il partito populista e quasi di destra di Zoi Konstantopoulou al 3,3% e i tre partiti di estrema destra complessivamente al 10,7%.
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Caro Argiris, capisco dal tuo articolo che è in atto un feroce scontro personale ma come ci si è arrivati, sconfitte elettorali a parte? Chi si è opposto e come alla svolta destra di Tsipras che mi sembra all’origine del disastro? Il KKE, di fronte a questa situazione, continua a essere improponibile?