La questione in questo caso è semplice: cittadini stranieri che espongono illeciti criminali commessi da parte del governo degli Stati Uniti devono essere catturati con la forza, portati in questo paese e messi in prigione per il resto della loro vita?
Julian Assange è un cittadino australiano che viene perseguito dal governo degli Stati Uniti per aver pubblicato informazioni classificate sulla condotta degli Stati Uniti nelle guerre illegali del paese, comprese prove dirette di crimini di guerra statunitensi e morti civili non segnalate in precedenza. Attraverso i cosiddetti WikiLeaks, a partire dal 2010 Assange ha svelato innumerevoli crimini di guerra, abusi ed orrori, avendo divulgato più di 700 mila documenti riservati sulle attività militari e diplomatiche statunitensi durante la “guerra globale al terrorismo”, soprattutto in Iraq e Afghanistan. Per questo Assange rischia fino a 175 anni di carcere negli USA.
Il governo degli Stati Uniti assume la posizione secondo cui è un reato pubblicare certi tipi di informazioni che considera imbarazzanti e poiché Assange ha sfacciatamente e sprezzantemente schernito il governo degli Stati Uniti, l’amministrazione Biden sta continuando gli sforzi dell’amministrazione Trump per imprigionare Julian Assange per il resto della sua vita. Anche l’amministrazione Obama stava tentando di perseguire Assange, ma il Dipartimento di Giustizia di Trump ha aggiunto molte accuse ulteriori che comportano pesanti condanne. Assange è attualmente detenuto nel Regno Unito e l’Alta Corte britannica rifiuta di bloccare la sua estradizione, avendo ribaltato il 10 dicembre scorso una sentenza di gennaio in cui un giudice della Corte Distrettuale riconosceva nel monte di accuse sostenute dal governo americano l’evidenza dell’inferno in terra che attende Assange negli USA: un inferno in cui, è previsto, che troverà un modo per togliersi la vita (Assange è affetto da autismo e dalla sindrome di Asperger). Per cui, Assange potrebbe presto essere trasferito agli Stati Uniti per essere processato per spionaggio ed altri crimini. La conseguenza, se l’accusa avrà successo, sarà che chiunque altro pensi di violare le regole del governo americano per esporre i suoi crimini dovrà essere disposto a rinunciare al resto della propria vita per farlo.
I fatti, in breve: nel 2010, l’analista dell’intelligence dell’esercito americano Chelsea Manning ha fornito a Julian Assange e a WikiLeaks una grande quantità di documenti militari interni relativi alle guerre in Iraq e Afghanistan. In collaborazione con testate giornalistiche come il New York Times, il Guardian, El Pais e Der Spiegel, WikiLeaks ha iniziato a divulgare i documenti, effettuando alcune revisioni di casi in cui la divulgazione delle informazioni avrebbe potuto mettere in pericolo la vita di alcuni.
Abbiamo appreso importanti informazioni dalle divulgazioni di WikiLeaks. La BBC ha riferito di che hanno rivelato “molti casi non segnalati in precedenza in cui le forze statunitensi hanno ucciso civili ai posti di blocco e durante le operazioni“. I documenti descrivono come centinaia di civili siano stati uccisi – almeno 700 – per essersi avvicinati troppo ai checkpoint statunitensi, comprese donne incinte e malati di mente. In diversi incidenti strazianti, le donne incinte portate d’urgenza in ospedale sono state uccise a colpi di arma da fuoco dalle truppe statunitensi spaventate dalla velocità delle loro auto. Tutti casi in cui il governo americano non ha perseguito i responsabili per questi omicidi.
In uno scioccante atto criminale, un equipaggio di un elicottero Apache ha sparato e ucciso due uomini pur sapendo che stavano tentando di arrendersi, perché un consulente legale militare degli Stati Uniti ha affermato che non potevano arrendersi a un elicottero ed erano “bersagli ancora validi“. Si trattava di un parere legale assolutamente fasullo che Claude Bruderlein, direttore della Humanitarian Policy and Conflict Research ad Harvard, ha definito “ridicolo, assolutamente inaccettabile“. Sparare a persone che stanno cercando di arrendersi, infatti, è una delle violazioni più flagranti delle leggi di guerra, proibite dalla Convenzione dell’Aia del 1907.
Forse il più infamante dei materiali reso pubblico da WikiLeaks è stato un video di un attacco di elicottero del 2007 a Baghdad, in cui le forze statunitensi hanno ucciso due giornalisti Reuters, aprendo il fuoco su uno di loro dopo averlo già gravemente ferito, mentre i civili venivano a cercare di aiutarlo. Come ha scritto riguardo al video Patrick Cockburn, giornalista veterano del Medio Oriente: Il video ha ancora il potere di scioccare. I due piloti dell’elicottero si scambiano battute sul massacro nella strada sottostante: “Ah, ah, li ho colpiti”, dice uno. “Oh sì, guarda quei bastardi morti”, dice l’altro. Hanno scambiato la telecamera tenuta da uno dei giornalisti per un lanciagranate con propulsione a razzo, sebbene fosse improbabile che insorti armati sarebbero rimasti allo scoperto a Baghdad con un elicottero americano in bilico sopra di loro. Sparano di nuovo ai feriti mentre uno di loro, probabilmente l’assistente della Reuters Saeed Chmagh, striscia verso un furgone che si è fermato per soccorrerli. Quando ai piloti viene detto alla radio che hanno ucciso un certo numero di civili iracheni e ferito due bambini, uno di loro dice: “Beh, è colpa loro se hanno portato i loro figli in battaglia”.
Ma, nei documenti resi pubblici da Assange c’era molto di più, incluso il fatto che “le autorità statunitensi non hanno indagato su centinaia di denunce di abusi, torture, stupri e persino omicidi da parte della polizia e dei soldati iracheni” e avevano “una politica formale di ignorare tali accuse“. Circa 15 mila morti civili non segnalate in precedenza, sono state portate alla luce dai documenti di WikiLeaks.
È fondamentale affermare chiaramente, quindi, che ciò che hanno fatto Julian Assange e Chelsea Manning è stato rendere pubbliche informazioni che sono estremamente significative e che, senza le loro azioni, le azioni criminali da parte delle forze militari statunitensi sarebbero rimaste sconosciute o non pubblicizzate. Se ci deve essere una possibilità di ritenere gli Stati Uniti responsabili per i loro usi impropri della violenza, fatti come questi devono essere portati alla luce, e se il governo stesso non vuole essere trasparente, l’unica opzione è che qualcuno faccia trapelare l’informazione.
Una risposta giusta del governo degli Stati Uniti alle rivelazioni di WikiLeaks su Iraq e Afghanistan sarebbe stata:
- indagare e perseguire la condotta criminale delle forze militari statunitensi, scusandosi formalmente con le vittime dei crimini rivelati nei documenti;
- introdurre nuove misure di trasparenza, affinché informazioni come questa non finiscano sepolte in documenti riservati e possano venire alla luce attraverso mezzi diversi dalle fughe di notizie illecite. Chelsea Manning, che ha dato questo materiale a WikiLeaks, avrebbe dovuto essere lodata e premiata dall’amministrazione Obama per aver fatto luce sulla reale condotta dei militari americani.
Non è stato così che ha risposto l’amministrazione Obama. Obama ha fatto perseguire Manning e l’ha fatta torturare attraverso il confinamento carcerario in isolamento. A seguito delle pressioni dell’opinione pubblica, Obama ha commutato la sua sentenza nel gennaio 2017, ma Manning è stata nuovamente incarcerata per un altro anno dopo aver rifiutato di testimoniare in un’indagine del grand jury su WikiLeaks.
Anche l’amministrazione Obama ha immediatamente iniziato a indagare sulla possibilità di accusare Julian Assange di un crimine. Joe Biden lo ha definito un “terrorista high-tech“. Newt Gingrich (ex presidente della Camera e uno dei leader della destra del partito Repubblicano) ha detto che Assange dovrebbe essere trattato come un “combattente nemico“. Inizialmente, Assange è stato semplicemente accusato di una lieve violazione del Computer Fraud and Abuse Act, con l’accusa di aver tentato (e fallito) di aiutare Manning a decifrare una password del governo che l’avrebbe aiutata a mantenere la sua segretezza. Ma, alla fine, il governo degli Stati Uniti ha accumulato più accuse, “incriminando Assange con 17 capi di accusa per aver violato l’Espionage Act per il suo ruolo nell’ottenere e pubblicare documenti militari e diplomatici segreti“.
La situazione legale di Assange è stata più complicata di quella di Manning, perché ci sono stati due procedimenti giudiziari separati su diverse questioni che interessano il suo status. Nel 2010, le autorità svedesi hanno annunciato che Assange era indagato per crimini sessuali contro due donne. Nei successivi dieci anni, il governo svedese avrebbe ripetutamente abbandonato e poi ripristinato l’indagine, prima di abbandonarla del tutto nel 2019, quando i pubblici ministeri hanno concluso che le prove “non erano abbastanza forti da costituire la base per presentare un’accusa” contro Assange.
Assange non è mai stato accusato o condannato per un crimine dal governo svedese, ma poiché non poteva ottenere assicurazioni che la Svezia non lo avrebbe estradato negli Stati Uniti, Assange ha trascorso anni vivendo nell’ambasciata ecuadoriana a Londra, una soluzione che era preferibile al finire per passare il resto della sua vita in una prigione americana di massima sicurezza. Tra l’altro, è interessante notare che è stato di recente rivelato che la società di sicurezza gestita dagli spagnoli presso l’ambasciata ecuadoriana a Londra, dove Assange aveva ottenuto rifugio politico, era una copertura della CIA (che aveva pianificato di uccidere Assange) che spiava gli avvocati, i medici e i confidenti di Assange.
L’indagine svedese sui reati sessuali ha reso il caso di Assange oscuro e alquanto difficile da discutere, perché per molti anni tecnicamente ha evitato l’estradizione svedese per questioni estranee a WikiLeaks, su una questione in cui la condotta di cui era accusato non era difendibile, anche se ha insistito (esattamente) che se avesse lasciato l’ambasciata ecuadoriana, gli Stati Uniti avrebbero fatto il possibile per catturarlo e perseguirlo.
Ora che l’indagine svedese è stata archiviata da tempo, la questione nel suo caso è molto più semplice ed è chiaro che la giustizia è dalla parte di Assange. Gli Stati Uniti stanno cercando di perseguirlo ai sensi dell’Espionage Act del 1917 per aver divulgato informazioni segretate (per la prima volta un giornalista viene perseguito con tali accuse). Gli Stati Uniti stanno affermando il diritto di prendere un cittadino straniero, rapirlo, portarlo in America e punirlo per aver violato le regole degli Stati Uniti su quali informazioni possono essere divulgate sul governo di questo paese. Questa è una mossa radicale e ovviamente ha importanti implicazioni per i diritti dei giornalisti, motivo per cui organizzazioni come Reporters Without Borders, American Civil Liberties Union, Amnesty International, Human Rights Watch, Committee to Protect Journalists, Freedom of the Press Foundation e Center for Constitutional Rights hanno chiesto all’amministrazione Biden di far cadere l’accusa. Il Partito della Sinistra Europea chiede la liberazione di Assange e la negazione della sua estradizione negli Stati Uniti.
Anche se molti sostenitori dei diritti dei giornalisti hanno condannato l’accusa, alcuni nei media mainstream accettano ancora la posizione del governo americano secondo cui Assange è un pericoloso malfattore che deve andare in galera. In un recente video, Glenn Greenwald ha documentato le falsità incredibilmente sfacciate (fake-news) che il giornalista Joe Scarborough e Claire McCaskill (ex-deputata del partito Democratico) hanno raccontato in un breve segmento su MSNBC sul caso Assange, tra cui hanno affermato come fatti che (1) Julian Assange ha rubato lui stesso i documenti, (2) ha messo in pericolo vite umane americane ed (3) ha fatto delle rivelazioni dei documenti in modo indiscriminato, senza vagliare i materiali.
Nessuna di queste affermazioni è vera. La numero (2) è stata una componente particolarmente importante del caso contro Assange: l’idea che i documenti dell’Iraq e dell’Afghanistan abbiano compromesso le risorse cruciali dell’intelligence statunitense e messo a rischio personale militare e civile americano e loro informatori. Ma, nonostante gli sforzi assolutamente esaurienti per dimostrare che le rivelazioni avevano causato danni, il governo non è mai stato in grado di collegare una sola morte ai documenti di WikiLeaks, in parte perché non erano rivelazioni di informazioni top secret sulla sicurezza nazionale. Secondo Cockburn, “una squadra di 120 agenti del controspionaggio” non è stata “in grado di trovare una sola persona, tra le migliaia di agenti americani e fonti segrete in Afghanistan e Iraq, che si potesse dimostrare essere morta a causa delle rivelazioni“. Funzionari del governo hanno persino ammesso in privato che le fughe di notizie erano meno dannose di quanto suggerissero le loro dichiarazioni pubbliche. L’unica cosa che le rivelazioni di WikiLeaks hanno danneggiato sono stati vaghi “interessi degli Stati Uniti“, che in pratica significa la preferenza degli Stati Uniti che non vengano divulgate informazioni imbarazzanti sui suoi illeciti, che potrebbero indurre le persone a non voler bene a questo paese.
Poiché è difficile tracciare una distinzione logica tra ciò che ha fatto Assange e ciò che molti giornalisti fanno ogni giorno – pubblicare informazioni segrete trapelate ritenute di interesse pubblico -, molti hanno giustamente sottolineato che l’accusa di Assange crea un pessimo precedente per libertà di stampa in generale. I critici di Assange cercano di sostenere che è un “non giornalista“, ma questo sembra essere fondato sull’idea che solo coloro che lavorano per i media tradizionali sono veri “giornalisti“, mentre coloro che pubblicano in modo indipendente sono “non giornalisti”, e sull’argomentazione che la libertà di stampa riguarda solo coloro che lavorano per il New York Times. Il fatto è che la pubblicazione dei documenti di guerra è stata un atto di giornalismo – ossia, raccolta, vagliatura e pubblicazione di informazioni cruciali che è nell’interesse del pubblico conoscere.
È abbastanza facile trovare Assange antipatico. Molti lo disprezzano per la divulgazione da parte di WikiLeaks dei documenti interni del Partito Democratico durante le elezioni del 2016, che è stata percepita come un aiuto a Donald Trump, o sostengono che sia associato ai negazionisti dell’Olocausto o al governo russo. Non aiuta che alcuni dei sostenitori di Assange abbiano ferocemente diffamato le sue accusatrici nel caso svedese, che hanno fatto affermazioni credibili contro Assange.
Ma, non dobbiamo perdere di vista il fatto che l’incriminazione di Assange ai sensi dell’Espionage Act rappresenta una seria minaccia alla libertà e costituisce un pericoloso precedente contro i giornalisti. Assange potrebbe non essere un individuo personalmente simpatico, ma molti imputati criminali non lo sono. Coloro che difendono l’accusa contro Assange possono insistere che Assange “non è un giornalista“, ma non hanno una risposta soddisfacente alla domanda su come si suppone che il pubblico venga a conoscenza delle atrocità degli Stati Uniti (o di qualsiasi altro paese), in particolare se tali atrocità sono segretate e chiunque le divulghi viene punito con una pena detentiva. Se Assange viene perseguito con successo, darà all’esercito americano una maggiore licenza per commettere abusi orribili, sapendo che non esiste un modo legale per esporli e che chiunque ci provi rischierà di passare il resto della sua vita in prigione.
Sappiamo che il governo degli Stati Uniti commette atrocità impunemente e fa tutto il possibile per insabbiare i fatti. Il New York Times ha recentemente riferito, sulla base di documenti riservati ottenuti solo dopo una lunga battaglia sul Freedom of Information Act, che è stato seguito un modello di comportamento sistematico di lungo periodo che ha comportato vittime civili negli attacchi aerei statunitensi in Medio Oriente, con decine di bambini uccisi a causa di un approccio superficiale e approssimativo dei militari nel valutare i propri obiettivi. Nessuno viene mai punito per gli “errori” (parola piuttosto gentile per descrivere ciò di cui stiamo effettivamente parlando, che costringe i genitori a guardare i propri figli morire in modo raccapricciante e totalmente inutile). In un articolo recente sulla guerre combattute con i droni abbiamo ricordato l’ennesimo ”errore” commesso il 29 agosto scorso, alla vigilia dell’evacuazione USA dall’Afghanistan, per il quale tre adulti, tra cui un uomo che lavorava per un gruppo umanitario statunitense, e sette bambini (il più piccolo aveva solo 2 anni) sono stati uccisi a Kabul in un’operazione militare americana condotta con il lancio di un missile Hellfire da un drone che aveva l’obiettivo di colpire un veicolo che si ipotizzava fosse occupato da militanti afghani dello Stato Islamico al fine di prevenire un attacco contro le forze militari americane. Il “terribile errore” è emerso solo a seguito di un’inchiesta del New York Times, dopo giorni in cui il Pentagono ha cercato di depistare i media. Alla fine, gli USA hanno ammesso il “tragico errore” e preso l’impegno di risarcire i familiari superstiti.
Sappiamo che questo è ciò che fa abitualmente il governo USA (e che probabilmente fanno anche molti altri governi) quando non viene osservato e non c’è nessuno che possa fermarlo o punirlo. Questo è il motivo per cui le rivelazioni di WikiLeaks del 2010 sono state un servizio pubblico vitale. Quello di cui stiamo parlando quando parliamo del perseguimento di Assange è se esporre i crimini di guerra sarà punito o meno. Se viene punito, è meno probabile che i crimini di guerra vengano scoperti, il che significa che è più probabile che accadano. Il governo americano ha cercato di sostenere (senza alcuna prova) che delle vite umane state messe a rischio dalle rivelazioni di Assange. In realtà, è il caso opposto: punire le rivelazioni mette a rischio la vita, garantendo che i futuri omicidi vengano tenuti segreti.
Si sosterrà, ovviamente, che Assange ha infranto la legge, e poiché ha infranto la legge, la questione della “giustizia” non si pone. In effetti, poiché l’Espionage Act è un insieme assurdamente ampio di divieti, Assange potrebbe scoprire che, in base all’interpretazione statunitense della legge americana, ha effettivamente tenuto una condotta illegale. Questo, anche se la Costituzione americana ha la meglio sul diritto interno, nella misura in cui l’Espionage Act criminalizza la libertà fondamentale di stampa, e quindi è incostituzionale grazie alla garanzia della libertà di stampa del Primo Emendamento. Se è colpevole secondo la legge, allora la legge stessa è illegale, fintanto che il Primo Emendamento mantiene una forza cogente.
Ma, anche supponendo che la legge degli Stati Uniti vieti questo tipo di giornalismo, l’azione penale è una scelta. Una regola che dovrebbe guidare i pubblici ministeri è che quando la violazione della legge alla fine serve l’interesse pubblico, cosa che a volte fa, si dovrebbe mostrare clemenza. A volte è necessario infrangere la legge, perché il regime giuridico è incapace di fornire un giusto risultato. Se qualcuno viola la legge per salvare una vita, solo uno sciocco si preoccuperebbe più del reato di violazione che della vita salvata, e un pubblico ministero ragionevole capirebbe che è una cattiva idea punire i buoni samaritani che infrangono le regole per essere socialmente utili. Ecco perché i pubblici ministeri hanno un margine di discrezione nell’applicare la legge: perché non ogni violazione della legge dovrebbe essere condannata a una pena detentiva. Le violazioni di legge che arrecano danno dovrebbero essere distinte dalle violazioni di legge che sono necessarie perché non esiste un modo lecito per realizzare un importante servizio pubblico.
Manning e Assange hanno dovuto infrangere la legge perché non esisteva un modo legale per fornire al pubblico queste importanti informazioni. Dobbiamo riconoscere che se Assange è legalmente colpevole, è un segno che le leggi americane hanno un grande bisogno di riforma, perché la condotta che è pienamente nell’interesse pubblico viene punita. L’amministrazione Biden ora deve rispondere ad una domanda fondamentale: si preoccupa più di fermare e punire l’omicidio di civili da parte delle forze militari statunitensi, o più di far rispettare le regole di segretezza fine a se stesse e punire l’atto di esporre illeciti? Finora, sembra che la loro risposta sia che si preoccupano più delle regole che della giustizia.
È possibile firmare qui l’appello per la liberazione di Julian Assange.