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La BCE torna al passato (o forse no?)

di Roberto
Musacchio

Mentre gli “europeisti reali” propagandano l’Unione che cresce nella guerra ci pensa la BCE a dare la doccia gelata.

Si allinea alla Federal Reserve alzando il costo del denaro.

Agisce in proprio invece annunciando che dal primo luglio non comprerà più debito pubblico.

Altro che riforma dei trattati, si torna al dogma.

In piena crescita dell’inflazione trainata dalle speculazioni borsistiche su energia e grano.

Con le crescite azzoppate dalla “crisi della globalizzazione”.

Con il sommarsi di tre crisi consecutive, finanziaria, pandemica e bellica.

Con i cittadini europei che ne pagano duramente le conseguenze.

No, non si interviene per bloccare i prezzi di energia e cibo.

Si alza il costo del denaro e si chiudono i rubinetti.

D’altronde sono decenni che non si interviene mai su profitti, rendite e diseguaglianze ma solo su salari, pensioni e welfare.

L’Europa reale lancia proclami di guerra e di vittoria (mai dichiarata dai Parlamenti) e intanto colpisce i propri cittadini.

L’Italia con lo spread più alto, 35 anni di tagli che hanno prodotto i peggiori salari d’Europa, il peggior welfare, ridotto le capacità produttive e aumentato il debito, va sulla graticola. D’altronde da 30 anni in Italia c’è il governo congiunto tra europeisti e nazionalisti reali che hanno condiviso questo disastro.

L’austerità incombe.

Le tante chiacchiere sulla UE che cambia, le conferenze sul futuro dell’Unione, i documenti di un Parlamento Europeo sempre più declamazioni inconcludenti, vanno a sbattere sulla dura realtà.

Quella della BCE è la più drammatica. Poi ci sono le misure climatiche che vanno in crisi.

La realtà è che questa UE è una piattaforma di mercato che compra vaccini ed armi dalle e per le multinazionali e che ha come Storia il revisionismo e come valori il neo atlantismo.

Questa UE ormai si caratterizza come una vera e propria democratura. Con varie facce. Quelle delle governance tecnocratiche. Delle élites euroreali. Dei nazionalismi. Ma da cosa è dato il mix che li tiene insieme? Dal loro essere parti della globalizzazione liberista, di una mondializzazione Orwelliana. Che si incontrano e si scontrano. In questo quadro la UE è un esperimento subalterno ma di avanguardia. Ha sperimentato una politica direttamente contro i cittadini: l’austerità. Il suo livello di rappresentanza democratica è ormai ridottissimo, con leadership subalterne, longeve e multitasking. Porte girevoli. Corpi intermedi stremati. Poteri massmediatici e in generale sulla conoscenza sequestrati. Gli europeisti reali dominano in nome dei mercati. I nazionalisti reali in nome della presunta identità. Si fronteggiano e si abbracciano. Il legame è dato dallo strapotere degli esecutivi e dall’espropriazione dei parlamenti e prima della rappresentanza. È questo ciò che bisogna rompere, l’intergovernativismo. Questa è la rottura che serve al futuro dell’Europa ma anche del Mondo. Una nuova dimensione democratica globale che parte dalla rappresentanza e si esprime nei parlamenti e nell’interparlamentarismo. Dal funzionalismo non si passa al federalismo ma alla democratura. È ora che l’europeismo reale si accorga di essere diventato come il socialismo reale. Un aggettivo che ha mangiato il sostantivo. Serve una rottura democratica che riconsegni la sovranità a chi spetta, l’umanità, strappandola ai dominanti.

P.s. Finito di scrivere questo articolo arrivano notizie che forse ci sarà un nuovo piano BCE contro gli spread compresi acquisti di titoli. Due notazioni. La prima è che l’eventuale possibile ravvedimento ci sarebbe dopo aver fatto un bel danno come mostrano gli spread stessi. Come dominanti fanno pure un po’ schifo.

La seconda è come si fa ad accettare l’esistenza stessa degli spread con una moneta unica. Che in realtà vale diversamente secondo i Paesi e appunto gli spread. Anche qui una moneta creativa dei dominanti.

 

di Roberto Musacchio

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