Venerdì 19 giugno 2020 si terrà la videoconferenza dei capi di Stato e di governo dell’Unione europea per discutere di Next Generation EU, dopo il Consiglio dei ministri dell’economia e delle finanze che si è tenuto il 9 giugno.
In quella sede i ministri hanno proceduto a uno scambio di opinioni con la Commissione riguardo alla ripresa dell’Europa a seguito della crisi Covid-19, dedicando particolare attenzione alle esigenze di ripristino, ripresa e resilienza, e hanno discusso della struttura di base del Recovery plan, in base al quale si ritiene di mobilitare circa 3.100 miliardi di euro.
Allo stesso tempo è stata discussa la relazione tra il semestre europeo e il piano di ripresa, e la valutazione delle esigenze nazionali in materia di investimenti e riforme, e la necessità di garantire il massimo impatto, ridurre al minimo gli oneri amministrativi ed evitare duplicazioni. Sono state pure affrontate le questioni della dimensione complessiva dello strumento per la ripresa, e della tipologia e dei criteri di allocazione dei fondi.
Venerdì si discuterà del Quadro Finanziario Pluriennale 2021 – 2027 e del piano di risanamento. Michel, il presidente del Consiglio, ha elencato i punti sui quali si è pervenuto a un accordo di massima nel lavoro politico e diplomatico di queste settimane:
- l’UE ha bisogno di una risposta eccezionale a questa crisi senza precedenti, commisurata all’entità della sfida;
- la risposta dovrebbe essere finanziata mediante prestiti della Commissione sui mercati finanziari e, per consentire ciò, è necessario aumentare il massimale delle risorse proprie;
- i nostri sforzi dovrebbero essere indirizzati verso i settori e le parti geografiche più colpiti dell’Europa;
- il prossimo QFP dovrebbe essere adeguato per tener conto della crisi e dovrebbe essere preso in considerazione insieme al piano di ripresa;
- il pacchetto globale non dovrebbe solo affrontare la crisi immediata, ma offre anche l’opportunità di trasformare e riformare le nostre economie e aiutarle ad abbracciare un futuro verde e digitale.
Restano ancora alla discussione gli altri elementi che richiedono ulteriori chiarimenti o in cui le opinioni devono ancora convergere, come ad esempio:
- le dimensioni e la durata dei vari elementi del piano di risanamento;
- il modo migliore per allocare l’assistenza e l’emissione di prestiti e sovvenzioni;
- domande relative alla condizionalità e alla governance;
- le dimensioni e il contenuto del QFP e il suo finanziamento, comprese le risorse proprie e gli sconti.
Si tratta evidentemente di questioni chiave, dalle quali dipende l’efficacia dello strumento e, in generale, la capacità di questa Unione di governare, ed in un certo senso di fare propria, la strada per l’uscita dalla crisi e il recupero, e di assicurare la sua stessa sopravvivenza.
I punti critici del negoziato sono stati presentati oggi alle Camere dal Presidente Conte, che ha rivendicato il ruolo italiano nella definizione di uno strumento europeo comune di politica economica e di uno strumento comune di debito, ha evidenziato le diverse “sensibilità” dei Paesi nelle posizioni in seno al negoziato, auspicando che i cosiddetti Frugal fours si ammorbidiscano anche a fronte della sensibilità mostrata dalle altre parti sulla questione dei rebates, che Conte ha definito del tutto anacronistici.
I cosiddetti rebates (rettifiche o le riduzioni delle entrate) del bilancio dell’UE sono concessi a partire dal 1984 – vertice di Fontainebleau – e prevedono che “qualsiasi Stato membro che sostiene un onere di bilancio eccessivo rispetto alla sua prosperità relativa può beneficiare di una correzione al momento opportuno”. In realtà i paesi che beneficiano degli sconti sono tra i più prosperi dell’UE e presentano bassi livelli di debito pubblico.
La proposta di bilancio attuale afferma che: “nella situazione attuale, dato l’impatto economico della pandemia COVID-19, l’eliminazione graduale delle rettifiche comporterebbe aumenti sproporzionati dei contributi per alcuni Stati membri nel 2021-2027. Per evitare ciò, le attuali rettifiche potrebbero essere gradualmente eliminate in un periodo di tempo molto più lungo di quanto previsto dalla Commissione nella sua proposta nel 2018”.
Questo significa che i rebates rimangono, probabilmente perché la totale eliminazione aumenterebbe il contributo netto dei Paesi Bassi dello 0,15% dell’RNL, della Svezia dello 0,12%, della Germania dello 0,07%, mentre non cambierebbe il contributo netto della Danimarca e ridurrebbe il contributo netto di altri paesi dello 0,05%, in ogni anno (fonte: Bruegel).
Si tratta di un compromesso per incentivare i Frugal Fours ad approvare Next Generation UE.
Il Consiglio inizierà alle 10.00 con il tradizionale scambio di opinioni con il Presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, cui seguirà una breve presentazione del primo ministro Plenković sui risultati della presidenza croata del Consiglio (dal 1° luglio comincia la presidenza tedesca). Successivamente, la presidente della Commissione von der Leyen e Michel riferiranno sulla videoconferenza con il Primo Ministro britannico Johnson del 15 giugno, nella quale si è discusso delle relazioni fra UE e UK al termine del periodo transitorio post Brexit previsto per il 31 dicembre prossimo.
Al termine dell’incontro, Germania e Francia riferiranno sullo stato di avanzamento dell’attuazione degli Accordi di Minsk, che pure Conte ha richiamato nel suo intervento alla camera dei Deputati, poiché l’Italia ha manifestato l’esigenza di una discussione politica fra Leader prima di procedere al rinnovo semestrale delle sanzioni economiche settoriali nei confronti della Federazione russa (la cui prossima scadenza è il 31 luglio prossimo), evitando quindi automatismi di sorta ma ponendo attenzione al lavoro con i partner europei per favorire una piena attuazione degli Accordi stessi, obiettivo cui è finalizzato lo strumento delle sanzioni.
Alla riunione dell’Eurogruppo dell’11 giugno pure si è discusso della situazione economica e sulle esigenze in materia di ripresa, concentrandosi sulla complementarità tra politiche nazionali ed europee, soffermandosi sulle implicazioni dell’appartenenza alla zona euro per i piani per la ripresa e la resilienza, compreso l’eventuale collegamento con le raccomandazioni per la zona euro, e sull’organizzazione dei lavori dell’Eurogruppo a tale riguardo. Il mandato di Centeno scade fra poco meno di un mese, lui non si ripresenta, e si è discusso anche delle modalità di elezione del suo successore.
L’Eurogruppo ha anche deciso una revisione del suo programma per il periodo giugno – ottobre 2020 (per gli appassionati: la riforma del MES non è menzionata).