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Il Parlamento Europeo con l’elmetto

di Roberto
Musacchio

Questa volta la risoluzione, l’ennesima, che riduce l’azione del Parlamento Europeo nella guerra in Ucraina ad un escalation di richieste di azioni contro la Russia, arriva in aula con la sola firma dei gruppi dei Popolari, dei Conservatori riformisti (per intenderci Polacchi e Meloni) e dei liberali di Renew (il duo Calenda-Renzi). Sostanzialmente quasi una prova di nuova maggioranza “geopolitica” in vista delle prossime europee. Più precisamente i firmatari sono praticamente quasi tutti da Paesi dell’Est, e non figure di primo piano, che, come già accadde ai tempi della risoluzione per equiparare nazismo e comunismo e addirittura scaricare colpe per la seconda guerra mondiale sull’Urss rimuovendo quelle dei propri Stati, hanno preso l’iniziativa. Quale? Sostanzialmente di dichiarare la Russia Stato sponsor del terrorismo. Cosa già fatta dall’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa qualche settimana fa. Cosa che, come scritto nello stesso testo, non è nelle facoltà giuridiche della UE che “tiene” elenchi per cui raccomanda sanzioni. Infatti si fa riferimento nel testo a pronunciamenti di vari parlamenti nazionali sempre dell’Est. E si chiede di adeguare la legislazione UE. E di operare per rimuovere la Russia dai consessi internazionali, a partire dal Consiglio di sicurezza dell’ONU. Non a caso quello nato dalla Seconda guerra mondiale di cui da tempo si procede ad una revisione storica come nella mozione ricordata prima.

Si continua ad andare bene oltre le certamente giuste condanne della Russia per la guerra. Si potrebbe pensare che si operi per una ristrutturazione complessiva degli equilibri da cui gli “interessi” europei, e in particolare quelli dei Paesi dell’Est, traggano vantaggio. Come questo aiuti la fine del conflitto è francamente incomprensibile.

Il testo è stato troppo anche per Socialisti e Verdi, che non lo hanno sottoscritto. Presentando emendamenti non certo ottimali (c’è ne è anche uno dei verdi con  una sorta di criminalizzazione di chi ricostruisce diversamente il conflitto, purtroppo poi approvato) ma che modificano l’assunto centrale di stato sponsor del terrorismo, in stato che ricorre a pratiche terroristiche (cosa purtroppo attribuibile a moltissimi).

Sul versante italiano i Cinquestelle hanno annunciato subito il dissenso non sulla condanna alla Russia ma perché è ora di dare precedenza alla diplomazia. Si asterranno.

Quando si va al voto l’emendamento che modifica la formulazione sullo status è respinto ma con 216 a favore e 347 contro. Alla fine la risoluzione viene approvata con 494 a favore, 58 contro, 44 astensioni (a favore alla fine anche Verdi e Socialisti).

Nel dettaglio, per quanto riguarda le delegazioni italiane, si sono astenuti i 5 Stelle mentre tutte le altre hanno votato a favore (fuorché, a titolo personale, i parlamentari Bartolo, Cozzolino e Smeriglio, che hano votato contro).

Per quanto riguarda il  gruppo The Left, 4 hanno votato a favore, 10 contro, 15 astenuti.

Sull’emendato dei Verdi (insieme ad uno molto simile dei Socialisti “per alzata di mano”, dunque non tracciabile) per “modificare in profondità” il paragrafo 4, quello sulla “Russia terrorista” (respinto come detto con 216 a favore, 347 contro, 36 astenuti) Socialisti e Verdi hanno fatto “blocco” e in questo caso il gruppo The Left ha espresso 13 voti favorevoli e 13 si sono astenuti.

Dunque ancora una brutta pagina. Ma pure qualcosa, con grande difficoltà, segnala delle sofferenze.

Roberto Musacchio

Qui la la risoluzione, il voto sulla risoluzione, il voto sul paragrafo 4

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1 Commento. Nuovo commento

  • Mauro Carlo Zanella
    24/11/2022 9:28

    Roberto questa divisione in tre del gruppo the left (a favore, contro e astenuti) ricorda ciò che accadde allo scoppio della prima guerra mondiale ai partiti della seconda internazionale segnandone l’assoluta inutilità.

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