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Il pacchetto UE contro il Covid 19 è troppo debole

di Paola
Boffo

Il 15 maggio il board del MES si riunirà per rendere operativa la decisione dell’Eurogruppo dello scorso 9 maggio, quando sono state approvate le linee fondamentali del Pandemic Crisis Support, la nuova linea di credito che si basa sul quadro dell’attuale linea di credito sulle condizioni rafforzate (ECCL).

Sebbene la proposta elaborata dall’Eurogruppo sia strutturata sulla base di condizioni impensabili fino a qualche settimana fa, grazie alle iniziative di alcuni governi e probabilmente anche a seguito delle pressioni esercitate dalle tante campagne e appelli di economisti, resta il fatto che al momento è basata essenzialmente su strumenti di debito, il che comporterà un aumento del debito pubblico in tutti gli Stati membri ed in particolare quelli più vulnerabili. Inoltre, si tratta di misure di portata limitata.

Quello che serve è un piano ambizioso per il Recovery Fund, sul quale si aspetta ancora la proposta della Commissione. Poi servirebbe la modifica dello statuto della Banca Centrale Europea perché assuma la funzione di prestatore di ultima istanza, l’introduzione di imposte patrimoniali che contribuiscano a riequilibrare la distribuzione diretta e indiretta dei redditi, un bilancio europeo che raddoppi la sua portata e sia basato prevalentemente su risorse proprie.

Qui presentiamo, oltre al riepilogo del percorso sviluppato finora in ambito UE, le dichiarazioni dell’Eurogruppo del 9 maggio, la descrizione del Pandemic Crisis Support, i lavori condotti dalla Commissione per valutare le condizioni di accesso al MES degli Stati membri, i lavori attualmente in corso in Parlamento europeo, con un approfondimento della posizione del GUE / NGL.

Riassunto delle puntate precedenti

La proposta dell’Eurogruppo del 9 maggio scorso fa seguito alla seduta dell’Eurogruppo del 24 marzo 2020 nella quale il direttore generale del MES Klaus Riesling aveva presentato la sua offerta.

In quella data, in piena Fase 1 dell’epidemia da coronavirus, la Spagna aveva appena di poco superato l’Italia per numero di contagi da Covid-19, la Francia e la Germania ci tallonavano da vicino.

Nella successiva videoconferenza dei Capi di Stato e di Governo del 26 marzo nessun accordo si era raggiunto e i negoziatori italiani avevano ottenuto che nella bozza di conclusioni presentata ai Leader il MES non fosse neanche menzionato, Conte e Sanchez avevano proposto invece di affidare il compito di fare una proposta entro dieci giorni ai cinque presidenti delle istituzioni europee, si arrivò al compromesso di invitare l’Eurogruppo “…a presentarci proposte entro due settimane. Tali proposte dovrebbero tener conto del carattere senza precedenti dello shock causato dalla Covid-19 in tutti i nostri paesi e la nostra risposta sarà intensificata, ove necessario, intraprendendo ulteriori azioni in modo inclusivo, alla luce degli sviluppi, al fine di dare una risposta globale.”

Aveva poi seguito la videoconferenza dell’Eurogruppo durata tre giorni e conclusasi nella serata di Giovedì Santo, il 9 aprile, con la proposta di un pacchetto già previsto che mette in campo 540 miliardi da attivare subito attraverso tre “reti di sicurezza”: SURE, BEI e la Pandemic Crisis Support Enhanced Conditions Credit Line (ECCL) da istituire fra i membri del MES. Nelle conclusioni si accennava pure all’avvio dei lavori per istituire un Fondo per la ricostruzione per preparare e sostenere la ripresa, che fornisca finanziamenti attraverso il bilancio dell’UE a programmi progettati per rilanciare l’economia in linea con le priorità europee e garantire la solidarietà dell’UE con gli Stati membri più colpiti. Il governo italiano giudicò inadeguato il risultato raggiunto, ribadendo la necessità di arrivare a strumenti innovativi fondati su uno strumento di debito comune.

Il 23 aprile i leader nella videoconferenza del Consiglio UE erano chiamati a discutere delle proposte dell’Eurogruppo del 7 – 9 aprile e ad affrontare la proposta di un Recovery Fund, un Fondo per la ricostruzione, per preparare e sostenere la ripresa. C’era già stata una videoconferenza preliminare convocata dal Presidente Michel lunedì 20 aprile, con i Paesi più grandi. Sul tavolo c’era anche il Quadro Finanziario Pluriennale 2021-2027, che svolgerà un ruolo centrale nella ripresa economica. Si chiedeva alla Commissione di rielaborare la sua proposta presentata nel maggio 2018, per adeguarla ai tempi che viviamo. Al Consiglio europeo straordinario del 20 e 21 febbraio 2020 si era registrato un nulla di fatto in una riunione dei leader che, con una forzatura sia sul piano istituzionale (il Parlamento aveva votato contro la proposta di QFP sottoposta da Michel a fine 2019) che politico, avrebbe voluto portare ad un accordo fra gli Stati, confermando la tendenza sempre più intergovernativa dell’Unione.

Il vertice del 23 aprile non ha approvato conclusioni, ma c’è stato solo uno statement del Presidente dove si legge che “Abbiamo inoltre convenuto di lavorare per la creazione di un Fondo per la ripresa, che è necessario e urgente. Il fondo dovrà essere di entità adeguata, mirato ai settori e alle aree geografiche dell’Europa maggiormente colpiti e destinato a far fronte a questa crisi senza precedenti.”. Il Consiglio ha dato mandato alla Commissione di preparare una proposta. Una proposta che è già in “lavorazione” a Bruxelles che ad oggi non è ancora stata definita.

In quell’occasione Transform! Italia ha organizzato un “Controvertice in diretta”.

La proposta per un Piano di risposta pandemica del MES

L’Eurogruppo del 8 maggio (in fondo alla pagina pubblichiamo la traduzione della dichiarazione finale) ha concordato le caratteristiche e le condizioni standardizzate del sostegno per la crisi pandemica, disponibile per tutti gli Stati membri dell’area dell’euro per importi del 2% del PIL, e finalizzato a sostenere il finanziamento dei costi diretti e indiretti nazionali dell’assistenza sanitaria, della cura e della prevenzione conseguenti alla crisi COVID-19.

Gli Stati che vorranno accedere dovranno preparare un Piano di risposta pandemica. I prestiti avranno scadenza media massima di 10 anni a tassi favorevoli adattate alla natura eccezionale di questa crisi, pari a 0,1%. La Commissione applicherà un quadro di monitoraggio e reporting semplificato, limitato agli impegni dettagliati nel piano di risposta pandemica, come indicato nella lettera del vice presidente esecutivo Valdis Dombrovskis e del commissario Paolo Gentiloni indirizzata al presidente dell’Eurogruppo del 7 maggio 2020.

Una descrizione più dettagliata della proposta, che sarà resa operativa dal Board dei governatori venerdì 15 maggio, è fornita da Klaus Riegling, che ieri si è fatto pure intervistare per sponsorizzare la sua offerta.

Il ruolo dell’ESM nella risposta europea

Il 9 aprile 2020, i ministri delle finanze dell’area dell’euro (Eurogruppo) hanno deciso una risposta di politica economica globale alla crisi COVID-19. Concretamente, vengono istituite tre importanti reti di sicurezza per lavoratori, imprese e Stati sovrani, per un pacchetto di 540 miliardi di euro. L’ESM è la rete di sicurezza per gli Stati sovrani e fornisce un supporto per la crisi pandemica. Il 23 aprile, i capi di Stato dell’UE (Consiglio europeo) hanno approvato questo accordo. L’8 maggio, l’Eurogruppo ha concordato i dettagli allegati a questa linea di credito. Dopo le procedure nazionali, la linea di credito dovrebbe essere resa operativa dal consiglio dei governatori del MES (il più alto organo decisionale del MES composto dai 19 ministri delle finanze dell’area dell’euro) il 15 maggio 2020.

La seguente spiegazione risponde alle domande più importanti in questo contesto.

Explainer

Quale ruolo dovrebbe svolgere l’ESM nella risposta concertata dell’Europa alla crisi del coronavirus?

  • Per far fronte alla crisi del coronavirus, l’ESM istituirà un supporto per la crisi pandemica, basato sulla sua linea di credito Enhanced Condition (ECCL) disponibile per tutti i paesi dell’area dell’euro.
  • Sarà disponibile per tutti gli Stati membri dell’area dell’euro, con termini standardizzati concordati in anticipo dagli organi direttivi del MES, che riflettano le sfide attuali, sulla base di valutazioni preliminari da parte delle istituzioni europee.
  • Questo fa parte di una risposta europea concertata, che include la Commissione europea con la sua rete di sicurezza per i lavoratori chiamata SURE e la Banca europea per gli investimenti con la sua rete di sicurezza per le imprese.
  • L’iniziativa SURE della Commissione fornisce finanziamenti agli Stati membri fino a un massimo di 100 miliardi di euro coprendo parte dei costi relativi alla creazione o all’estensione di programmi nazionali di lavoro a orario ridotto.
  • La Banca europea per gli investimenti offre sostegno di liquidità per aiutare le piccole e medie imprese colpite duramente con un pacchetto di sostegno di emergenza fino a € 200 miliardi.

Qual è la base affinché i paesi dell’area dell’euro possano beneficiare del sostegno del MES?

  • Le valutazioni preliminari della Commissione europea, relative ai rischi di stabilità finanziaria, solvibilità bancaria, sostenibilità del debito e sui criteri di ammissibilità per l’accesso al sostegno di crisi pandemica, hanno confermato che ogni Stato membro è idoneo a ricevere sostegno.
  • Su questa base, il sostegno alla crisi pandemica è disponibile per tutti gli Stati membri dell’area dell’euro.
  • Queste valutazioni sono state eseguite dalla Commissione, in collaborazione con la Banca centrale europea (BCE) e in cooperazione con il MES.

Quanti soldi verrebbero messi a disposizione dei paesi?

  • L’accesso concesso sarà il 2% del prodotto interno lordo dei rispettivi Stati membri alla fine del 2019, come parametro di riferimento.
  • Se tutti i 19 paesi dell’area dell’euro dovessero attingere dalla linea di credito, ciò comporterebbe un volume combinato di circa 240 miliardi di euro.
  • Sebbene il supporto sarà disponibile per tutti gli Stati membri dell’area dell’euro, spetta a ciascuno Stato membro decidere se desidera richiederlo o meno.
  • Si prevede quindi che saranno richiesti meno dei fondi teoricamente disponibili per € 240 miliardi.
  • E anche se un paese richiede la linea di credito, non è necessario prelevare fondi. Le linee di credito sono progettate per essere una protezione o un’assicurazione.

Ci sono condizioni associate?

  • L’unico requisito per accedere alla linea di credito sarà che gli Stati membri dell’area dell’euro che richiedono assistenza si impegnino a utilizzare questa linea di credito per sostenere il finanziamento interno dell’assistenza sanitaria diretta e indiretta, i costi relativi alla cura e alla prevenzione dovuti alla crisi COVID-19.
  • La linea di credito sarà disponibile fino alla fine del 2022.
  • Questo periodo potrebbe essere adeguato in caso di necessità, vista l’evoluzione della crisi.
  • Successivamente, gli Stati membri dell’area dell’euro rimarranno impegnati a rafforzare i fondamenti economici e finanziari, coerentemente con i quadri di coordinamento e sorveglianza economica e fiscale dell’UE, inclusa l’eventuale flessibilità applicata dalle competenti istituzioni dell’UE.

Quando il paese deve rimborsare il prestito? Quanto costerà?

  • Un paese con un supporto per crisi pandemiche può richiedere di attingere dalla linea di credito precauzionale.
  • L’ESM può erogare denaro nell’ambito della linea di credito per un periodo di dodici mesi, che può essere prorogato due volte per sei mesi.
  • I prestiti avrebbero una durata media massima di 10 anni.
  • Il paese dovrà pagare un margine di 10 punti base all’anno e una commissione di servizio iniziale di 25 punti base.
  • Questo è inferiore ai prezzi indicati per le consuete linee di credito precauzionali dell’ESM e contribuirà a ridurre al minimo i costi del supporto per crisi pandemiche.

Cosa succederà dopo?

  • Dopo l’approvazione dell’Eurogruppo, il consiglio dei governatori del MES si riunirà per concordare la messa a disposizione del sostegno finanziario a tutti i paesi dell’area dell’euro.
  • Una riunione è prevista per il 15 maggio.

Quali ulteriori passi sono necessari in caso di attivazione del supporto per crisi pandemiche dell’ESM?

  • Un paese richiede l’accesso al sostegno alla crisi pandemica dell’ESM inviando una richiesta al presidente del consiglio dei governatori dell’ESM.
  • Il supporto di stabilità deve essere approvato con un voto unanime a favore del consiglio dei governatori del MES (i ministri delle finanze 19 euro, il più alto organo decisionale del MES).

L’uso dei fondi sarà monitorato e chi eseguirà tale compito?

  • Secondo il quadro dell’UE, gli Stati membri che beneficiano dell’assistenza finanziaria precauzionale del MES sono soggetti a sorveglianza rafforzata.
  • Questo compito è svolto dalla Commissione europea.
  • Come dettagliato dalla Commissione, si concentrerà sul monitoraggio e sugli obblighi di comunicazione sull’uso effettivo dei fondi per coprire i costi sanitari diretti e indiretti.
  • A tal fine, la Commissione non svolgerà missioni ad hoc oltre a quelle standard che si svolgono nell’ambito del semestre europeo.
  • La Commissione riferirà ogni trimestre al consiglio di amministrazione dell’ESM.

Qual è l’impatto sulle attività di finanziamento del MES?

  • Non vi è alcun impatto immediato sui volumi e sulle attività di finanziamento.
  • Comunicheremo il potenziale impatto sulle nostre attività di finanziamento quando dovremo affrontare la richiesta di un Paese.
  • La scadenza media massima concordata di 10 anni e le modalità concordate per gli esborsi ci consentiranno di utilizzare una vasta gamma di strumenti di finanziamento per aumentare le esigenze di finanziamento supplementari senza intoppi nel tempo.
  • In generale, un paese può prelevare in contanti al mese fino al 15% dell’importo complessivo del sostegno alla crisi pandemica approvato per il rispettivo Stato membro. È possibile che il MES fornisca liquidità aggiuntiva in relazione a un esborso particolare quando ha i fondi disponibili.
  • L’impegno a utilizzare questa linea di credito per sostenere il finanziamento interno dell’assistenza sanitaria diretta e indiretta, i costi relativi alla cura e alla prevenzione dovuti alla crisi di COVID 19 offre la possibilità di finanziare le potenziali esigenze di liquidità aggiuntive attraverso l’emissione di obbligazioni sociali.

Il rating del credito dell’ESM potrebbe essere a rischio?

  • I rating creditizi a lungo termine dell’ESM sono AAA, Stable Outlook (Fitch) e Aa1, Stable Outlook (Moody’s).
  • I rating del credito assegnati al MES dalle agenzie di rating del credito non dovrebbero essere influenzati da nuovi prestiti nell’ambito del sostegno alla crisi pandemica.
  • Moody ha confermato il 28 aprile che il rating Aa1 dell’ESM non sarebbe influenzato dall’uso delle linee di credito del sostegno alla crisi pandemica, grazie al suo forte credito.
  • Fitch ha anche confermato il 1° maggio che la risposta del coronavirus dell’ESM è coerente con il suo rating di credito AAA. Fitch valuta la qualità creditizia del MES sulla base di uno scenario prudente ipotizzando il pieno utilizzo della sua capacità di prestito di € 500 miliardi, il che significa che il rating AAA tollererebbe fino a € 410 miliardi di prestiti extra, a parità di condizioni.”

La Commissione, per parte sua, ha condotto i necessari lavori per esprimere le valutazioni preliminari previste dall’articolo 13, paragrafo 1, del trattato MES e dall’Articolo 3 delle “Linee guida per l’assistenza finanziaria precauzionale” del MES, relative ai rischi di stabilità finanziaria, solvibilità bancaria, sostenibilità del debito e sui criteri di ammissibilità per l’accesso al sostegno di crisi pandemica, confermando che ogni Stato membro è idoneo a ricevere sostegno.

Si tratta dei documenti pubblicati lo scorso 11 maggio che riguardano la Valutazione di ammissibilità al Supporto per la Crisi Pandemica, cui sono allegate la Valutazione dei rischi alla stabilità finanziaria dell’area euro, la Valutazione della sostenibilità del debito pubblico e dei fabbisogni di finanziamento conseguenti al COVID per gli Stati Membri, la Valutazione della sostenibilità esterna, la Valutazione dell’assenza di problemi di solvibilità bancaria che potrebbero porre minacce sistemiche alla stabilità del sistema bancario della area euro.

Nel documento della Commissione, che sintetizza i risultati delle valutazioni preliminari condotte dai servizi della Commissione a livello tecnico sull’ammissibilità degli Stati membri dell’area dell’euro per il sostegno alla crisi pandemica fornito dal meccanismo europeo di stabilità, si legge che, come disposto dal Consiglio, il supporto deve essere disponibile a tutti gli Stati membri dell’area dell’euro fino alla fine della crisi, si basa su termini standardizzati che riflettono le sfide attuali, e che l’unico requisito per accedere alla linea di credito sarà che gli Stati membri dell’area dell’euro che richiedono sostegno si impegnerebbero a utilizzare questa linea di credito per sostenere il finanziamento interno dell’assistenza sanitaria diretta e indiretta, relativa alla cura e alla prevenzione costi dovuti alla crisi COVID-19.

Le analisi dei servizi della Commissione sono state condotte in collaborazione con il personale della BCE e del MES in linea con il protocollo d’intesa sul tema delle relazioni di lavoro tra la Commissione e il meccanismo europeo di stabilità firmato a Sofia il 27 aprile 2018.

Sulla base di tali valutazioni, i servizi della Commissione ritengono che la situazione economica e l ‘impatto finanziario della pandemia COVID-19 comporta rischi per la stabilità finanziaria dell’area dell’euro (come illustrato nell’Allegato 1 del documento). Allo stesso tempo, la situazione economica degli Stati Membri della area euro è considerata fondamentalmente solida, alla luce anche delle seguenti specifiche considerazioni:

1. I debiti pubblici dovrebbero rimanere sostenibili in tutti gli Stati membri dell’area dell’euro nell’orizzonte temporale dell’analisi di sostenibilità del debito (ovvero dieci anni) (Vedi Allegato 2);

2. Sebbene le esigenze di finanziamento di tutti gli Stati membri dell’area dell’euro dovrebbero aumentare sostanzialmente rispetto ai precedenti piani di finanziamento, tutti gli Stati membri dovrebbero mantenere l’accesso al mercato a condizioni ragionevoli;

3. Nessuno Stato membro dell’area dell’euro è soggetto a una procedura per i disavanzi eccessivi ai sensi dell’articolo 126 TFUE;

4. Nessuno Stato membro dell’area dell’euro è soggetto a una procedura per gli squilibri eccessivi ai sensi dell’Articolo 7 del regolamento (UE) n. 1176/2011,

5. Le posizioni esterne degli Stati membri dell’area dell’euro sono sostenibili alla luce dei loro valori e composizione e assetto istituzionale della moneta comune (cfr. allegato 3)

6. La BCE ha concluso che non esistono prove di problemi di solvibilità sistemica dei sistemi bancari dell’area dell’euro (cfr. allegato 4).

Un Paese che dovesse richiedere il supporto della crisi pandemica potrebbe non attingere alla linea di credito, oppure attingervi solo in parte, come previsto dalla misura precauzionale, ma se dovesse avrebbe il diritto di prelevare molto rapidamente in caso di necessità. Se tutti i 19 Stati membri dell’area dell’euro dovessero richiedere questa misura e quindi attingere da essa, si raggiungerebbe una esposizione del MES fino a 240 miliardi di euro. Riesling prevede che un terzo di questo importo potrebbe essere attivato, cioè 80 miliardi di euro, su una attuale capacità di prestito inutilizzata di 410 miliardi di euro.

Nella sua intervista alla stampa Riesling afferma che se l’Italia accedesse alla linea di credito, piuttosto che indebitarsi sul mercato, perseguirebbe un risparmio per gli interessi di circa 7 miliardi di euro in un orizzonte di 10 anni, naturalmente allo stato attuale dei tassi.

Per quanto riguarda la tipologia di spese ammissibili, secondo il Direttore del MES, ci sono tre criteri: il primo si riferisce al costo diretto, cioè i costi aggiuntivi previsti a causa della pandemia. “Ma un secondo costo, ed è probabilmente qui che una parte importante del denaro da utilizzare, è che una determinata quota degli attuali costi del settore sanitario in ogni paese sarà ammissibile, perché l’infrastruttura disponibile viene utilizzata anche per la pandemia. Quindi non è solo ciò che deve essere speso per costruire un altro ospedale, ma anche per gli ospedali esistenti che vengono utilizzati dalle persone che soffrono del virus. Medici, infermieri, che sono già lì, devono essere pagati e una certa parte del loro lavoro è stata spostata per far fronte alla crisi. Questo è il secondo elemento. E il terzo è che alcuni costi indiretti sono costi delle misure di contenimento, perché un certo contenimento è necessario per mantenere bassi i costi sanitari complessivi. Senza contenimento sarebbero più alti. Ogni paese che richiede il sostegno alla crisi pandemica dovrebbe essere in grado di dimostrare di poter facilmente spendere il 2% del proprio PIL al 2019 per i costi relativi all’assistenza sanitaria, direttamente e indirettamente. Questo è ciò che conta e la Commissione farà il monitoraggio.”

I lavori del Parlamento Europeo

Venerdì 15 maggio, la revisione del bilancio UE post 2020 e le proposte per la ripresa economica saranno discusse con la Presidente della Commissione von der Leyen e con il Consiglio. Il Presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, dopo la riunione del 6 maggio del “gruppo di contatto QFP (Quadro finanziario pluriennale o bilancio UE a lungo termine)” del Parlamento, aveva dichiarato: “Il Parlamento vuole essere protagonista in questo processo insieme alle altre istituzioni e contribuire a renderlo il miglior strumento possibile per aiutare l’economia europea e i suoi cittadini. È urgente trovare un accordo sul Piano di ripresa e sul prossimo bilancio pluriennale.”

Il 17 aprile, il Parlamento aveva adottato una risoluzione che chiede “un massiccio pacchetto di investimenti per la ripresa e la ricostruzione a sostegno dell’economia europea dopo la crisi”.

E’ previsto il voto nella plenaria di venerdì 15 per una Risoluzione comune sul nuovo QFP, sulle risorse proprie e sul piano di risanamento. Ci soffermiamo in questa sede sulla Proposta di risoluzione del GUE / NGL sul nuovo Quadro Finanziario Pluriennale, sulle risorse proprie e sul Fondo per la ripresa, di cui proponiamo la traduzione in coda a questo articolo, che invitiamo a leggere per intero perché ancora una volta racconta l’Europa che vorremmo. La proposta di risoluzione presentata dagli altri Gruppi parlamentari, che costituirà la base della Risoluzione comune del Parlamento si trova qui, ed è evidentemente molto più generica e la commenteremo a tempo debito.

Il documento del GUE, in estrema sintesi, propone un nuovo bilancio nella misura del 2% del RNL europeo precedente alla crisi, e un Recovery Fund di almeno 1,5 trilioni di EUR, finanziato tramite obbligazioni perpetue a tasso di interesse zero, che dovrebbe essere distribuito tra gli Stati membri in linea con le regole della coesione e utilizzando sovvenzioni, senza condizionalità macroeconomica o di altro genere. Le obbligazioni dovrebbero essere acquistate dalla BCE ed escluse ai fini del rispetto del patto di stabilità e crescita fino alla sua abrogazione.

Purtroppo non sediamo nel Parlamento Europeo, ma voteremmo a favore di questa proposta.

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