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Il 9 maggio discutiamo il futuro dell’Europa

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Un fatto nostro: attori sociali e il futuro dell’Europa

Ancora una volta in queste ore, il dramma umanitario dei migranti respinti alle porte dell’Europa e l’emergenza sanitaria ed economica creata dal Coronavirus dimostrano l’inadeguatezza delle strategie e delle regole dell’Unione Europea, e la necessità di un cambio di rotta urgente.

Ma della Conferenza sul Futuro dell’Europa si parla poco, almeno per ora. E invece sono fatti nostri. Crediamo necessario discuterne, mettere i piedi nel piatto, influenzarne il percorso. Ne vogliamo discutere insieme il 9 maggio, nel giorno in cui la Conferenza si inaugura in Croazia. Invitiamo associazioni, reti, movimenti e attori sociali a partecipare, per capire come i contenuti delle loro lotte, pratiche e campagne riescano a farsi spazio nel processo della Conferenza.

Nata da una proposta franco-tedesca, la Conferenza sul Futuro dell’Europa è stata decisa dalle istituzioni europee, Commissione e Parlamento, allo scopo di affrontare i principali problemi dell’Unione.

Si svolgerà lungo due anni, dal 2020 al 2022, passerà per la Presidenza tedesca e terminerà con la Presidenza francese.

Discuterà delle priorità politiche: cambiamento climatico e ambiente, politiche sociali e contrasto alle diseguaglianze, lavoro, commercio, migrazioni, ruolo della UE nel mondo, sicurezza, commercio, fiscalità europea. Affronterà la riforma del modello istituzionale e democratico europeo, incluse le liste transnazionali.

Le proposte su cui si troverà un accordo potranno portare alla modifica dei Trattati e modificare, quindi, parti importanti della Unione – che avranno influenza sulla la vita di tutti noi.

La Conferenza è stata presentata come un momento di riavvicinamento fra istituzioni europee e cittadini, ed è stata data grande enfasi alla partecipazione diretta della cittadinanza nel processo. Ma si è partiti con il piede sbagliato.

La società civile organizzata – associazioni, reti, movimenti, campagne formali e informali- è per ora esclusa dalla Plenaria della Conferenza. L’emendamento proposto in questo senso da Verdi e Gue, sostenuto dai Socialisti e da una parte di Renew Europe, è stato bocciato nel Parlamento Europeo.

La Plenaria sarà dunque solo composta da delegazioni del Parlamento Europeo, del Consiglio Europeo, dei Parlamenti Nazionali, della Conferenza delle Regioni, del Comitato Economico e Sociale, da un rappresentante sindacale e uno degli imprenditori.

I cittadini saranno coinvolti attraverso consultazioni on-line, in Agorà tematiche e dei Giovani e in incontri informali a livello nazionale e locale che sono ancora tutti in discussione e di cui non sono per nulla chiari né i criteri di composizione né il potere di influenza sui contenuti della Conferenza.

Sono esclusi dalla Plenaria gli attori sociali che più di ogni altro informano, organizzano, mobilitano le persone sui grandi temi all’ordine del giorno nei paesi europei e nell’Unione: la giustizia climatica e sociale, il lavoro, il reddito, il welfare, l’accoglienza e la solidarietà, i diritti civili e delle donne, la democrazia, la resistenza al risorgere di razzismo, muri e frontiere, del fascismo.

Queste voci, con le loro proposte e alternative, devono invece arrivare alla Conferenza e condizionarla. Insieme, si possono trovare le strade, costruire Agorà parallele, cercare sponde fra i partecipanti alla Conferenza ufficiale.

Il futuro dell’Europa è un fatto nostro. Occuparsene, esserci è un diritto e un dovere. Discuterne insieme è un primo passo.

Speriamo accettare il nostro invito per il 9 maggio e vi preghiamo di darci conferma della vostra partecipazione.

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