Come si sa le promesse fatte in campagna elettorali da M5S e Lega durano il tempo di un mattino. Davanti agli ammiragli confindustriali tornano ad essere marinai semplici o semplici marinai, sballottati dalle onde e con le relative promesse infrante.
Dopo la mancata realizzazione della promessa di cancellazione del Job Act, della legge Fornero, della Tap arriva in questi giorni la derubricazione dei trattati internazionali CETA e TTIP.
Certo bisogna farne di strada… per raggiungere posti di comando e sembra che il prezzo da pagare sia quello di non toccare cose troppo grandi per loro.
Potete giocare con le ONG, con i migranti, con tutto ciò che non cambia nulla …
La rete di associazioni e organizzazioni della campagna Stop CETA/TTIP stanno promuovendo in questi giorni una invasione dello spazio digitale dopo che gli uffici ministeriali, predisposti già al tempo del precedente governo e in splendida continuità con quello attuale, hanno organizzato un incontro con Canadesi e Italiani, per arrivare velocemente alla sottoscrizione dell’ennesimo furto di democrazia e di economia del nostro paese.
Qui il testo con cui la campagna, di cui anche transform! italia fa parte, chiede di inviare a tutti i deputati e senatori di Lega e 5s chiedendo di “alzare la manina” per fermare il CETA così come promesso in campagna elettorale.
Con la presente il sottoscritto/a vi chiede di onorare l’impegno pre-elettorale #No CETA #Non tratto proposto dalla Campagna, per cui tutti i candidati di M5S e Lega hanno aderito senza ulteriori indugi. La prima riunione dedicata al CETA della Task Force sui trattati internazionali istituita presso il Mise – incentrata sul tema delle Indicazioni Geografiche la cui trattazione è stata affidata a soli tecnici della struttura, gli stessi del precedente Governo, o favorevoli al CETA, in presenza di una platea in larga maggioranza a sostegno – ci fa dubitare che altre ‘manine’ a proprio agio nei corridoi dello Sviluppo Economico vi stiano spingendo lontano dall’impegno assunto con gli elettori di bocciare il CETA per riaprire con la Commissione europea un confronto serio su struttura e priorità dei negoziati commerciali.
La riunione si è conclusa con un sondaggio per alzata di mano fra i presenti su chi fosse favorevole o contrario al CETA dopo l’esposizione ascoltata. Con questo messaggio voglio alzare anch’io la mano per ribadire la mia contrarietà a CETA, TTIP e tutti i trattati tossici.
– Con la Campagna Stop TTIP/Stop CETA Italia siamo preoccupati che la Commissione Europea stia procedendo alla richiesta di un nuovo mandato negoziale per approvare il TTIP con Trump.
– Gli USA intendono, infatti, utilizzare il nuovo accordo commerciale stretto con Canada e Messico (USMCA, il dopo NAFTA) come base per definire standard comuni per produzioni e consumo per accelerare gli scambi con l’Europa, costi quel che costi per lavoro, ambiente e diritti.
– Già oggi, grazie al CETA, il nuovo NAFTA permetterà agli operatori Usa con base in Canada, come abbiamo sempre denunciato, di ottenere sui nostri mercati gli stessi vantaggi del CETA e di fare pressione suo comitati regolatori riservati per abbattere garanzie e standard europee che ritengono più costosi e immotivati.
– Se daremo il via libera al CETA con la ratifica parlamentare, mentre il Canada ha gioito per l’eliminazione dal nuovo trattato con gli Usa del pericoloso arbitrato ISDS/ICS – perché definito ai massimi livelli di Governo uno strumento che subordinava ai profitti delle corporation la capacità dello stato di normare a protezione dei diritti dei cittadini – a noi lo imporrà limitando allo stesso modo la nostra democrazia.
– Per di più, la Commissione europea sta attaccando, con una rivisitazione della dannosa direttiva Bolkestein, la capacità di Comuni e Regioni di regolare i servizi pubblici locali e i territori. Si vuole imporre agli Enti locali, per quanto riguarda le proprie iniziative legislative, l’obbligo di notificarle preventivamente e di concertarle con la stessa Commissione.
– Il 12 e 13 dicembre il Parlamento europeo, infine, con il vostro consenso, si troverà a votare il trattato di liberalizzazione commerciale tra Europa e Giappone senza che il Parlamento italiano possa dire nulla su quanto prevede. Successivamente il Parlamento europeo affronterà anche il trattato con Singapore e quello con il Vietnam, cui l’Italia ha dato un primo via libera tecnico pur con una riserva non vincolante di facciata sui diritti umani, di fatto contraddicendo , soprattutto nel caso del Vietnam, vostre esplicite e reiterate dichiarazioni pubbliche, e senza alcun coinvolgimento della Task Force o del Parlamento italiano che non potrà in alcun modo intervenire nel merito.
– Per di più, la Commissione europea sta attaccando, con una rivisitazione della dannosa direttiva Bolkestein, la capacità di Comuni e Regioni di regolare i servizi pubblici locali e i territori. Si vuole imporre agli Enti locali, per quanto riguarda le proprie iniziative legislative, l’obbligo di notificarle preventivamente e di concertarle con la stessa Commissione.
– Il 12 e 13 dicembre il Parlamento europeo, infine, con il vostro consenso, si troverà a votare il trattato di liberalizzazione commerciale tra Europa e Giappone senza che il Parlamento italiano possa dire nulla su quanto prevede. Successivamente il Parlamento europeo affronterà anche il trattato con Singapore e quello con il Vietnam, cui l’Italia ha dato un primo via libera tecnico pur con una riserva non vincolante di facciata sui diritti umani, di fatto contraddicendo , soprattutto nel caso del Vietnam, vostre esplicite e reiterate dichiarazioni pubbliche, e senza alcun coinvolgimento della Task Force o del Parlamento italiano che non potrà in alcun modo intervenire nel merito.
Il tutto, con buona pace della sovranità nazionale da voi sbandierata nello scontro con l’Ue sulla Legge di Bilancio, che avrà il respiro molto corto se non troverà coerenza in un’agenda commerciale davvero diversa rispetto a quella cui state contribuendo con i vostri ripetuti assensi.
E’ urgente che diate seguito il prima possibile alle promesse elettorali.
Vi chiediamo di portare il CETA in Aula e con ampio anticipo rispetto alle prossime consultazioni europee, in vista delle quali ulteriori promesse suonerebbero strumentali e prive di effettiva volontà politica e di respingere l’ipotesi di procedere alla firma di altri trattati che non garantiscono i diritti umani, il lavoro e l’ambiente