editoriali

Europa: qualcosa da festeggiare

di Roberto
Morea

di Roberto Morea –

Quello di oggi è un numero un po’ speciale, un anno fa uscivamo con il primo editoriale con un titolo legato alla festa dell’Europa. Una festa a cui non ci sentiamo di partecipare. “Non c’è niente da festeggiare” era il infatti il titolo di quell’editoriale e questo resta anche oggi la nostra idea del processo che ha portato alla costruzione dell’Unione Europea e che continua ad avere nelle scelte politiche attuali.

Tuttavia oggi qualcosa da festeggiare c’è, oggi il nostro nuovo sito compie il primo anno di vita. Con gli articoli di questo numero superiamo i 500 pubblicati durante l’anno. Politiche europee, report istituzionali, movimenti europei, iniziative locali e articoli sulle vicende politiche dei paesi europei, tutto questo e molto altro ancora ha riempito le nostre pagine. Abbiamo cercato di aprire uno spazio che, in qualche modo, desse conto delle vicende politiche europee e raccontasse come queste fossero rilevanti anche per la discussione nel e del nostro Paese.

Un anno che abbiamo definito di accompagnamento verso le elezioni europee a cui arriviamo con una proposta politica che fa riferimento alla sinistra europea, a cui abbiamo anche partecipato direttamente, proprio per rafforzarne il carattere europeo.

Un impegno che, un po’ alla volta, speriamo possa crescere oltre noi, per arrivare alla consapevolezza che anche qui si possa aprire uno spazio della sinistra come esiste negli altri Paesi come Grecia, Spagna Portogallo, Germania e in tutti quei paesi in cui crescono e si affermano sinistre che condividono con noi, non solo un cammino che abbiamo iniziato con il partito della sinistra europea, ma soprattutto la prospettiva di una soggettività europea, capace di contendere lo spazio politico necessario per “rivoltare l’Europa”. Lo scenario che uscirà dalle urne ci confermerà, probabilmente, che la “grande alleanza” tra socialisti europei e popolari vedrà nei liberali e in Macron una nuova fedele alleanza, che perpetrerà le politiche neoliberiste portate avanti fin qui. Ma allo stesso tempo ci mostrerà ancora uno spazio parlamentare cui fare riferimento per ricostruire una sinistra anche da noi.

Le condizioni in cui ci troviamo nel nostro Paese ci impongono di guardare con uno sguardo lungo a questa prospettiva, non pensando a semplici o immediate soluzioni, ma ad un cammino impervio che rimetta in pista il ruolo di quella parte di società che ha sùbito la potente trasformazione del post ’89, perdendo la capacità di affermare un proprio punto di vista e che oggi spesso si affida ad opzioni populiste.

A questo lavoro ci vogliamo dedicare anche superata la data del 26 maggio, con la consapevolezza che il nostro lavoro, come una foresta che cresce, fa meno rumore di un albero che cade.