Rete 29 aprile – Il rischio, in questo momento, che l’emergenza si trasformi in quotidianità è molto alto. La sperimentazione della modalità della didattica a distanza alletta molti che vorrebbero così creare competizioni sempre più accentuate nell’Università creando così Atenei di serie A e Atenei di serie B e aumentando il divario Nord-Sud.
Come scriviamo nella lettera al Ministro dell’Università e ai rettori, noi “crediamo con forza nel fondamentale ruolo degli Atenei, nello sviluppo del territorio e nella formazione di cittadine e cittadini consapevoli e competenti. Con tante e tanti colleghi abbiamo fatto, facciamo e faremo l’impossibile per loro e per questi valori”. In questo momento difficile a maggior ragione.
Ci teniamo però a ribadire che “chi ha in mente un’idea di docenti/ “droni” della didattica o della ricerca, buoni per esser pilotati a distanza verso singoli obiettivi, anziché docenti/interpreti attenti della realtà (che l’attuale realtà con forza ci richiede) non ha in mente l’Università (universi cives) che abbiamo in mente noi; e ci troverà, come dieci anni fa (29 aprile 2010), fermamente indisponibili”.