dal nostro corrispondente da Dublino, Darragh Golden –
Senza dubbio le elezioni politiche in Irlanda dell’8 febbraio 2020 rappresentano un profondo cambiamento. I due partiti che si contendono la scena politica irlandese da quasi un secolo, Fianna Fáil e Fine Gael, saranno costretti a condividere il voto con Sinn Féin.
I tre partiti insieme hanno conquistato i tre quarti dei voti, ma la situazione che si è creata dopo l’8 febbraio è inedita. Tradizionalmente, Fianna Fáil e Fine Gael hanno dominato lo scenario politico irlandese e, nel corso degli ultimi tre decenni, hanno avuto bisogno soltanto di un piccolo partito per formare la coalizione di governo. Partiti piccoli come il Labour, i Progressive Democrats e i Verdi sono diventati – a turno – il capro espiatorio di Fianna Fáil o Fine Gael, e sono stati successivamente puniti per la scelta di sostenere un governo di centro destra. Addirittura, i Progressive Democrats sono stati puniti dagli elettori fino l’estinzione.
L’esperienza del Sinn Féin potrebbe essere diversa?
Il successo del Sinn Féin può essere ricondotto alla decisione del partito della sinistra irlandese di abbandonare, nel 1986, l’astensionismo nel sud dell’isola. Quasi un decennio dopo, nel 1997, è stato eletto nel Dáil (il parlamento irlandese) il primo rappresentante del Sinn Féin. Solo nel 2011 il partito ha riportato una vittoria considerevole con il 10% dei voti. Le elezioni del 2011 si tennero mentre l’Irlanda era considerata un ‘Programme Country’, ossia un paese sotto il controllo della Troika. Nel 2016, il Sinn Féin ha più che raddoppiato la sua presenza nel Dáil, arrivando al 13% dei voti. Il Sinn Féin è così di fatto diventato il più grande partito di opposizione, in seguito all’accordo di fiducia (confidence and supply) che il Fianna Fáil ha stipulato nel quadro del governo di minoranza con Fine Gael e indipendenti, così consolidando la propria presenza nello scenario politico irlandese.
Il governo in carica nel 2019 è stato costretto a convocare le elezioni anticipate sotto la minaccia di un imminente voto di fiducia. La campagna del Fine Gael è iniziata male a seguito di una serie di eventi. Nel gennaio 2020, il governo ha organizzato un evento commemorativo per il corpo di polizia (Royal Irish Constabulary), braccio forte della corona britannica in Irlanda ma composto anche da cittadini irlandesi. L’evento ha riaperto ferite storiche e alla fine è stato cancellato. Il Sinn Fèin ha capitalizzato il giudizio negativo dell’opinione pubblica sul governo. Successivamente, il macabro omicidio di un giovane di 17 anni ha messo in crisi l’immagine del Fine Gael come il partito di legge e ordine. Le cose sono ulteriormente peggiorate quando il comune di Dublino è intervenuto, con l’utilizzo delle ruspe, per “ripulire” il centro dai giacigli temporanei dei numerosi senzatetto presenti in città, procurando il ferimento grave di uno di essi. Lo sfortunato incidente è emblematico della crisi abitativa e dei senzatetto in Irlanda. Questi eventi sono sintomatici di problemi sociali più ampi che persistono nonostante un’economia forte.
Il Sinn Féin è stato guidato verso le elezioni per la prima volta da Mary Lou McDonald, la quale ha fatto una campagna elettorale intensa. Il Manifesto del partito prevede: la costruzione – nell’arco di vita del prossimo governo – di 100.000 nuove abitazioni sociali, l’introduzione di un “rent freeze” (congelamento degli affitti) e di una nuova fascia fiscale per coloro che guadagnano oltre 140.000 euro, e infine l’abolizione dell’imposta sulla proprietà (l’IMU). Quest’ultima proposta fa parte di una strategia politica “populista” ed è in contrasto con il resto del Manifesto, che è in gran parte un documento di sinistra.
Il Sinn Féin ha presentato 42 candidati in 39 collegi elettorali. Ciò significa che anche se tutti i candidati fossero stati eletti, il partito non avrebbe avuto abbastanza seggi per formare un governo. Secondo i risultati finali, il Fianna Fáil conquista 38 seggi, contro i 37 del Sinn Féin e i 35 del Fine Gael. In quarta posizione si piazzano i Verdi con 12 seggi. Il numero magico per formare un governo è 80 seggi. Sia il Fianna Fàil che il Fine Gael escludono di voler formare un governo di coalizione con il Sinn Féin. Ciò apre la possibilità di una grande coalizione tra i partiti tradizionali di centro-destra, sebbene il Fianna Fàil l’abbia sempre escluso.
Resta da vedere come evolverà la situazione nelle prossime ore. Quo vadis, Sinn Féin? Quo vadis, Irlanda?
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Ottimo articolo complimenti