Domenica 15 si tengono le elezioni politiche generali in Polonia, uno dei grandi paesi dell’UE (38 milioni di abitanti e la sesta economia) e il più importante della NATO sul fronte orientale. La sfida si gioca tra il fronte conservatore nazionalista e il fronte liberal-conservatore europeista. Con la vittoria del primo si rafforzerà il ruolo di guida del governo polacco contro l’Europa a trazione franco-tedesca sotto le insegne della “maggioranza Ursula” e contro la concezione liberale della democrazia, in favore di un modello di Stato etico (non di diritto) ispirato al cattolicesimo conservatore, paternalista, patriarcale e familista che controlla magistratura e sistema dei media. Politici e osservatori mainstream occidentali tifano per il secondo fronte, sperando che una sua vittoria possa respingere il populismo autoritario. Le elezioni saranno dunque un test cruciale per verificare se il fronte liberal-conservatore europeista sarà in grado di evitare che con un terzo mandato consecutivo le forze conservatrici nazionaliste consolidino la stretta di estrema destra sul paese, trasformando con ulteriori “riforme” il loro potere in una democratura1 autocratica, con una “orbanizzazione” della Polonia. L’aspra disfida prefigura quella più ampia che si combatterà in tutta l’UE nelle prossime elezioni nazionali in Olanda e in Germania e in quelle per il Parlamento Europeo del giugno 2024.
Queste elezioni per eleggere i membri del Sejm e del Senato vedono innanzitutto lo scontro brutale tra due uomini politici veterani rivali – Jarosław Kaczyński, vice-primo ministro e soprattutto leader del partito conservatore e nazionalista Diritto e Giustizia (PiS), membro del blocco europeo dei Conservatori e Riformisti Europei (ECR), e Donald Tusk, capo del partito di opposizione centrista liberal-conservatore ed europeista Piattaforma Civica (PC), membro del blocco europeo del Partito Popolare Europeo (PPE) e perno della Coalizione Civica (CC) – che hanno dominato la politica polacca per due decenni. Ma questa volta, a differenza del passato, dovranno fare i conti con altre forze politiche se vorranno governare. I sondaggi, infatti, mostrano che nessun partito ha abbastanza sostegno per ottenere una maggioranza assoluta in Parlamento (PiS viene dato al 36%, in calo rispetto al 43,6% del 2019, mentre PC è dato al 30%), il che significa che avranno bisogno del sostegno di partiti più piccoli – come il centrista Terza Via (dato al 10%) o la Confederazione Libertà e Indipendenza di estrema destra (data al 9%, in calo dal 14% all’inizio dell’estate) o Nova Lewica, unico partito/coalizione di centro-sinistra e sinistra che può ambire alla doppia cifra (attualmente dato al 10%) e che ha un buon seguito tra i giovani -, nonché della lealtà dei membri del proprio partito, il che non è del tutto scontato. Per formare un governo, il PiS potrebbe entrare in una coalizione parlamentare con Confederazione, mentre PC con Terza Via e Nova Lewica (entrambi sono molto chiari sul fatto che il PiS rappresenta la minaccia maggiore), anche se quest’ultimo è critico delle politiche neoliberiste propugnate sia dal PiS sia da PC. L’incertezza dell’esito ha contribuito a mobilitare come mai prima anche la diaspora polacca all’estero (circa 5 milioni) con circa 600 mila cittadini che si sono registrati per votare (i polacchi all’estero sono considerati come più propensi a votare per l’opposizione).
Jarosław Kaczyński, il 77enne leader del PiS, viene considerato il “burattinaio” della Polonia dell’ultimo decennio. Figura minore nel movimento anticomunista degli anni ’80, Kaczyński è stato deputato negli anni ’90 prima di fondare il PiS nel 2001 con il fratello gemello, Lech, che fu eletto presidente e morì nel 2010 quando il suo aereo governativo si schiantò a Smolensk in Russia2. Kaczyński governa il PiS con mano di ferro: ogni grande decisione passa attraverso il suo ufficio che è anche il luogo di pellegrinaggio dei primi ministri e persino del presidente Andrzej Duda che sistematicamente mostrano la loro fedeltà all’uomo che governa davvero la Polonia.
Da anni Kaczyński esprime rancore nei confronti della trasformazione della Polonia successiva alla fine del comunismo, dopo il 1989, e il suo programma a lungo termine è quello di rimodellare radicalmente i tribunali, i media e le altre istituzioni del Paese, creando al contempo nuove élite conservatrici dipendenti dal favore del suo partito3. Kaczyński ha promesso che “questa volta nessuno ci impedirà” di attuare un cambiamento giudiziario, con l’intenzione di limitare ulteriormente i poteri dei giudici e la capacità della Corte suprema di rivedere il programma e le azioni del governo4.
Il PiS intercetta soprattutto il malessere sociale e culturale frutto di profonde disuguaglianze tra le popolazioni delle grandi città e quelle delle zone rurali (dove vive circa il 40% dei polacchi, 15,3 milioni), delle piccole città e del ceto medio popolare delle province e delle periferie, rimaste largamente escluse dai benefici della crescita economica dell’ultimo ventennio. Le conseguenze negative derivanti dalla guerra in Ucraina – l’aumento dell’inflazione (all’11,4%), l’azzeramento della crescita economica (+0,5%), l’accoglienza di oltre un milione e mezzo di rifugiati, l’importazione di grano e altri prodotti agricoli a basso prezzo dall’Ucraina – hanno contribuito a far aumentare la sofferenza degli elettori tradizionali del PiS, erodendone in parte il consenso. Il partito spera di mobilitare il suo elettorato, prevalentemente più anziano e più povero, rurale o di piccole città, facendo appello ai loro tradizionali valori religiosi e conservatori e spendendo miliardi in sussidi sociali (aumento del 60% del programma di sussidi all’infanzia, aumento degli assegni pensionistici, taglio dei prezzi della benzina, voucher e prestazioni per le madri, bonus turistici, etc.) che l’opposizione centrista ha definito “regali elettorali” che costeranno caro al Paese che attraversa una stagnazione economica.
Inoltre, nelle ultime settimane il governo polacco ha scambiato colpi con Kiev sull’importazione di grano, semi oleosi e altri prodotti agricoli ucraini a basso costo5. A seguito di tale controversia, il governo polacco è arrivato a mettere in dubbio anche la sua disponibilità a continuare ad inviare armi all’Ucraina, e a minacciare di vietare altre importazioni dal suo vicino. Una disputa che ha anche sollevato preoccupazioni sull’impegno a lungo termine della Polonia di aiutare l’Ucraina ad aderire all’UE. Per questo Donald Tusk ha accusato il primo ministro Mateusz Morawiecki di uno “scandalo morale e geopolitico pugnalando politicamente alle spalle l’Ucraina quando decide di combattere sul fronte ucraino, solo perché sarà vantaggioso per la sua campagna elettorale”. Il PiS ha cercato anche di politicizzare le forze armate durante la campagna elettorale e questo ha portato alle recenti dimissioni presentate dal capo di stato maggiore dell’esercito, generale Rajmund Andrzejczak, e dal comandante operativo, generale Tomasz Piotrowski.
I temi e le tattiche della campagna elettorale del PiS sono simili a quelle delle destre europee: oltre al richiamo alla triade “Dio, patria e famiglia”, un’appassionata difesa della sovranità e dell’identità tradizionale nazionale, lo scetticismo climatico, la stanchezza bellica in Ucraina, attacchi alla cultura del “risveglio”, le teorie cospirazioniste e la disinformazione, diffamazione e, soprattutto, le richieste di regole più severe alla migrazione6. Fin dall’inizio la campagna del PiS è stata costruita attorno a due temi correlati: la presunta minaccia dell’immigrazione7 e l’idea che l’elezione di Tusk rappresenterebbe un trionfo per Berlino.
Donald Tusk è un liberale-conservatore centrista con un’agenda filo-europea (ex leader del Partito Popolare Europeo). Il 66enne Tusk ha co-fondato la Piattaforma Civica (PC) nel 2001, mesi prima che i fratelli Kaczyński fondassero il PiS. È diventato primo ministro nel 2007 dopo che PC ha detronizzato un governo PiS di breve durata. Ha dominato la politica polacca prima di trasferirsi a Bruxelles per diventare presidente del Consiglio Europeo dal 2014 al 2019. Senza di lui, PC è crollata, aprendo la strada alla conquista del potere da parte del PiS nel 2015. Tusk è tornato in Polonia nel 2021 per cercare di riportare il suo partito al suo antico splendore e “salvare” l’UE. Come Kaczyński, anche lui ha un vasto elettorato ostile che lo detesta, ma la sua presenza ha comunque rinvigorito l’opposizione. Ha organizzato la marcia di un milione di persone attraverso Varsavia il 1° ottobre.
Kaczyński lo considera come la più grande minaccia al suo potere e a un terzo mandato consecutivo per il PiS, motivo per cui il governo e i media controllati dallo Stato hanno scatenato fiumi di vetriolo contro Tusk. L’accusa principale è che non è un polacco leale, ma piuttosto un “Herr” Donald Tusk sottomesso o addirittura al soldo di Berlino, che sta collaborando con gli eurocrati senza volto a Bruxelles e persino con il Cremlino per distruggere l’indipendenza della Polonia. Kaczyński ha definito Tusk “la personificazione del male” e sostiene che innalzerebbe l’età pensionabile, svenderebbe le aziende statali agli stranieri (ai tedeschi) e si piegherebbe all’agenda verde in un paese ancora fortemente dipendente dal carbone. Il primo ministro Morawiecki ha lanciato attacchi implacabili contro Tusk, dipingendo uno scenario apocalittico se l’opposizione vincesse. Secondo Morawiecki, una vittoria per la Coalizione Civica di Tusk significherebbe la svendita di tesori nazionali come le foreste, il Mar Baltico e i Monti Tatra.
Dal canto suo, Tusk e le forze di opposizione accusano Kaczyński e il governo di essere simili a Vladimir Putin e al suo autoritarismo, con cui condividono la retorica contro le persone LGBTQ+ (un survey di maggio ha rilevato che la Polonia ha il peggior record sui diritti LGBTQ+ in tutta l’UE) e l’erosione dello Stato di diritto. Sebbene PC si opponga al matrimonio per le coppie dello stesso sesso, ne sostiene il diritto all’unione civile ed è favorevole alla liberalizzazione dell’aborto (fino alle 12 settimane), le cui forti restrizioni introdotte nel 2021 hanno portato a proteste di massa contro il governo negli ultimi anni8. “Il PiS è veleno”, ha detto Tusk durante una manifestazione elettorale quest’estate. “Ogni giorno, ogni mese in cui sono al potere rappresenta una minaccia crescente per la nostra sicurezza”.
L’attuale primo ministro, il 55enne Mateusz Morawiecki, è stato scelto da Kaczyński. Ha iniziato la sua carriera nel settore finanziario, guadagnando milioni nel settore bancario prima di entrare nel gabinetto di Tusk come consigliere economico nel 2010. Successivamente è passato al PiS ed è diventato primo ministro come alternativa più giovane e dinamica alla uscente Beata Szydło (2015-2017). Con una buona padronanza dell’inglese (una rarità tra le fila del PiS) e un background in finanza e diritto comunitario (è stato coautore del primo libro di testo in lingua polacca sull’argomento), il partito sperava che avrebbe attenuato il conflitto con Bruxelles e migliorato l’immagine del Paese all’estero. Invece, sotto la guida di Morawiecki, la Polonia ha subito un drammatico declino dello Stato di diritto, culminato nella battaglia legale in corso con l’UE9, e una torsione verso l’autoritarismo10. Lo scontro aperto con Bruxelles ha portato al blocco dei fondi per la ripresa post-pandemia (quasi 36 miliardi di euro), anche se la Polonia ha riguadagnato apprezzamento a livello internazionale con la guerra in Ucraina, cui ha sin da subito fornito un convinto sostegno11. Ma oltre al sostegno per il vicino ucraino, la Polonia rappresenta un indispensabile pilastro per il sistema di difesa europeo e il principale Paese NATO lungo il confine orientale dell’alleanza che mira ad avere “l’esercito più potente d’Europa” (l’obiettivo del budget militare è stato portato al 5% del PIL dal presente governo12), fungendo da collettore e base logistica per i rifornimenti destinati a Kiev. La posizione e il ruolo di Varsavia nell’attuale conflitto saranno utilizzati come merce di scambio dall’eventuale governo nazionalista per nascondere i difetti della propria democrazia e l’autoritarismo crescente agli occhi europei, come dimostra la recente adozione di una legge per indagare sull’influenza russa sulla sicurezza interna della Polonia tra il 2007 e il 2022, ma che potrebbe in realtà servire all’esecutivo Morawiecki per colpire l’opposizione13. L’invasione russa del Paese vicino ha rinvigorito la retorica nazionalista e russofobica (la maggior parte della popolazione è fermamente anti-russa e crede anche che l’Ucraina stia combattendo per la sicurezza della Polonia) che ha dominato la dialettica preelettorale di tutti i partiti.
Se vincesse PC, Tusk diventerebbe primo ministro, ma dovrebbe fare i conti con i tribunali e le altre istituzioni controllate dal PiS e da un presidente ostile, in carica ancora per due anni e con potere di veto sulla nuova legislazione, pertanto secondo molti osservatori non sarebbe in grado di fare molto di più che modificare l’ottica piuttosto che rovesciare il sistema di potere costruito dal PiS.
In caso di sconfitta, il futuro di PC dovrebbe finire nelle mani del 51enne Rafał Trzaskowski, sindaco di Varsavia. È un politico eloquente, carismatico e sostenitore dei valori europeisti, che ha costruito una coalizione con altre capitali dell’Europa orientale per sfidare le tendenze autocratiche dei loro governi nazionali. Popolare tra gli elettori più giovani di PC, Trzaskowski è arrivato a pochi passi dallo sconfiggere il presidente in carica Duda, sostenuto dal PiS, nelle elezioni presidenziali del 2020. Non sempre è d’accordo con Tusk, ma potrebbe essere un possibile mediatore tra PC e i gruppi di opposizione più piccoli necessari per formare una maggioranza parlamentare.
PiS e PC dovranno fare i conti con partiti minori come il partito di estrema destra Polonia Unita (PU) guidato dal 53enne Zbigniew Ziobro, uno dei pochi politici del paese che ha tradito Kaczyński ed è sopravvissuto politicamente. Un tempo era visto come il successore di Kaczyński, ma i due si sono divisi e Ziobro ha lasciato il PiS per formare PU. Kaczyński non lo ha perdonato e riammesso nel PiS, ma temendo la concorrenza di partiti rivali di destra, ha ammesso Ziobro e altri candidati di PU nelle liste elettorali del PiS. In qualità di ministro della Giustizia, Ziobro è stato responsabile dello sforzo politico più importante di Kaczyński: la revisione di ciò che il governo descrive come un sistema giudiziario corrotto e inetto. Ciò è visto dall’UE come un tentativo di esercitare un controllo politico sui tribunali, rendendo Ziobro un reietto per la Commissione Europea. Ma il potere di Ziobro – che è allo stesso tempo ministro della Giustizia e procuratore generale – e il suo controllo sugli investigatori che potrebbero abbattere i rivali politici, lo rendono un volto chiave in qualsiasi nuovo governo guidato dal PiS.
Kaczyński non è (per ora) riuscito a incorporare nel suo sistema di potere il 36enne Sławomir Mentzen, un politico-imprenditore (ha una sua marca di birra) sedicente libertario, che guida la Confederazione Libertà e Indipendenza (Konfederacja Wolność i Niepodległość), un gruppo di partiti più piccoli di estrema destra (un insieme di formazioni ultranazionaliste, libertarie, cospirazioniste e perfino monarchiche) che è particolarmente popolare tra i giovani, e che viene visto come il potenziale ago della bilancia nella corsa al potere post-elettorale. Sebbene la leadership del partito detesti lo stato sociale creato dal PiS (imperniato su costose politiche per la natalità fatte essenzialmente di sgravi fiscali, sussidi e assegni familiari, aumento del reddito minimo legale e abbassamento dell’età del pensionamento), si parla di un ingresso di Mentzen in una coalizione con il partito di Kaczyński in cambio di una posizione influente nel governo. La Confederazione, tuttavia, esprime posizioni politico-ideologiche molto pesanti anche per il PiS14. Durante le elezioni al Parlamento europeo del 2019, Mentzen ha presentato un programma in cinque punti: “Non vogliamo gli ebrei, gli omosessuali, l’aborto, le tasse e l’Unione Europea”. La Confederazione agita una retorica nazionalista che fa concorrenza a quella del PiS, chiedendo di dare meno aiuti (finanziari e militari) all’Ucraina e ai rifugiati ucraini per concentrare tutte le risorse sulla popolazione polacca.
Il 47enne Szymon Hołownia, un ex presentatore televisivo, vuole rompere il duopolio ventennale Tusk-Kaczyński con il movimento centrista Polonia 2050 di Szymon Hołownia. Alle elezioni presidenziali del 2020 è arrivato terzo dietro Duda e Trzaskowski. Corteggiato da Tusk per unirsi alla sua alleanza politica onnicomprensiva, Coalizione Civica, Hołownia ha invece optato per un matrimonio politico con il Partito Agrario Popolare Polacco. La coalizione è stata chiamata La Terza Via, ma i due partiti hanno faticato a trovare un messaggio coerente e le lamentele personali di Hołownia nei confronti di Tusk non hanno aiutato le loro possibilità. La Terza Via deve ottenere almeno l’8% dei voti per assicurarsi seggi in parlamento (i singoli partiti devono ottenere almeno il 5% dei voti nazionali per ottenere un seggio in parlamento, mentre le coalizioni devono ottenere almeno l’8%); con un risultato inferiore i suoi voti finirebbero per aiutare i partiti più grandi – e sarebbero probabilmente fondamentali affinché il PiS ottenga abbastanza seggi per governare da solo.
Infine, Nowa Lewica (Nuova Sinistra) è un partito politico socialdemocratico che nello spettro politico si posiziona nel centrosinistra e viene dato al 10% nei sondaggi. I suoi leader sono Włodzimierz Czarzasty e Robert Biedroń. È stato formato nel 2021 dalla fusione dell’Alleanza Democratica della Sinistra (SLD) e Primavera, anche se i piani per la fusione sono iniziati nel 2020. Nelle elezioni parlamentari del 2023, la coalizione della Sinistra partecipa tecnicamente come partito della Nuova Sinistra, la cui lista comprende rappresentanti di Sinistra Insieme (Lewica Razem), Sindacato, Partito Socialista Polacco e Socialdemocrazia Polacca. Ha posizioni pro-europee e fa parte del blocco europeo S&D.
Secondo alcuni osservatori, la Polonia a guida PiS “è ormai una minaccia esistenziale per lo stesso progetto europeo”. Se il PiS riuscisse a formare una maggioranza e a governare per un terzo mandato, la Polonia probabilmente continuerà a erodere il proprio Stato di diritto e quindi a intensificare il conflitto con Bruxelles sull’indipendenza della magistratura e sui diritti fondamentali. Per Bruxelles e l’Unione Europea, la speranza è che se il PiS verrà estromesso dal potere, la Polonia ritornerà ai metodi di Tusk, che ha servito come primo ministro polacco durante un periodo di “luna di miele” con l’UE e con la Germania prima di diventare presidente del Consiglio Europeo. Come dolcificante, Bruxelles probabilmente si muoverà rapidamente per rilasciare i 36 miliardi di euro in prestiti e sovvenzioni dal fondo di recupero pandemico, bloccato dalle preoccupazioni che le riforme del sistema giudiziario del PiS minino l’indipendenza della magistratura. Anche i casi giudiziari dell’UE, le risoluzioni parlamentari, le procedure di infrazione e il tentativo di privare la Polonia dei suoi diritti di voto nel Consiglio Europeo secondo l’Articolo 7 verrebbero probabilmente accantonati.
Qualunque sia l’esito delle elezioni, la politica polacca rimarrà profondamente polarizzata (sulla politica polacca si vedano anche i nostri articoli qui e qui). Una vittoria del PiS sarebbe un duro colpo per Bruxelles, considerando che a quel punto ci sarebbero i governi di tre dei quattro vicini NATO dell’Ucraina – Polonia, Ungheria e Slovacchia – che si ribellano ed espongono alla luce del sole le fratture interne al blocco europeo e occidentale (si veda il nostro articolo sulle recenti elezioni in Slovacchia qui). Con Roma governata da Giorgia Meloni e Matteo Salvini, e il partito di estrema destra Alternativa per la Germania in rapida crescita nelle urne e nei sondaggi, le destre nazionaliste stanno guadagnando forza in tutto il continente. Ciò probabilmente eroderà ulteriormente la debole presa sul potere dei partiti centristi al Parlamento Europeo nelle elezioni del giugno 2024, mettendo in discussione la “maggioranza Ursula” (un settore del PPE vorrebbe allearsi con l’ultradestra dell’ECR). Evoluzioni che rischierebbero anche di minare la promessa che l’Occidente resterà al fianco di Kiev nella sua guerra contro la Russia “per tutto il tempo necessario”.
Alessandro Scassellati
- È stato Eduardo Galeano a coniare il termine «democratura», crasi di democrazia e dittatura, per descrivere la convivenza nei paesi latinoamericani di elementi democratici e autoritari all’interno di un modello che potrebbe essere definito come «democrazia ristretta» o in altri termini «dittatura costituzionale». Un regime politico improntato alle regole formali della democrazia, ma orientato nei comportamenti a un sostanziale autoritarismo (“democrazia illiberale”).[↩]
- La tragedia ha lasciato Kaczyński convinto che Tusk, allora primo ministro, fosse colluso con la Russia per causare la morte di suo fratello, nonostante le indagini non abbiano supportato in alcun modo questa sua convinzione, esonerando Tusk da ogni responsabilità. La tragedia del gemello ha aggiunto una dimensione psicologica alla faida tra Kaczyński e Tusk che va ben oltre la rivalità politica.[↩]
- Già ora i media statali (TV e radio pubblica, e la holding mediatica Polska Press che riunisce dozzine di giornali locali controllata dalla compagnia petrolifera statale PKN Orlen dal dicembre 2020) sono totalmente asserviti e trasformati in organi di propaganda per PiS e governo. Anche Radio Maryja, una stazione radio religiosa e conservatrice polacca molto influente tra gli anziani, soprattutto donne, ha ricevuto significativi sussidi statali. La stazione invita spesso esponenti politici del PiS che sostengono la radio, i quali in cambio presentano le politiche del PiS come le uniche corrette. Il progressivo controllo dei mass media è confermato dal World Press Freedom Index di Reporter senza Frontiere, che ha declassato il Paese dalla diciottesima posizione nel 2015 alla sessantaseiesima nel 2022. Washington è dovuta recentemente intervenire affinché Varsavia non costringesse il gruppo americano Discovery a vendere la sua partecipazione nel canale televisivo TVN, critico nei confronti del governo, dopo l’approvazione nel 2021 di una controversa legge sui media che in teoria dovrebbe impedire una possibile appropriazione del media da parte di aziende o governi ostili. Le aziende controllate dallo Stato sono piene di manager e funzionari fedeli al PiS, i tribunali sono saldamente sotto il controllo politico, gran parte della Chiesa cattolica romana funziona come un partner del PiS, la polizia bastona occasionalmente i manifestanti dell’opposizione, l’ufficio del pubblico ministero è diventato uno strumento politico: blocca le indagini su persone con buoni collegamenti politici, mentre persegue ferocemente gli oppositori del regime.[↩]
- Alcuni giudici della Corte Suprema sono stati nominati dal PiS e la loro indipendenza è stata quindi messa in discussione. In particolare, la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo non riconosce più questa istituzione come tribunale legalmente costituito. In caso di controversie, le decisioni potrebbero vedere messa in discussione la loro imparzialità e quindi la loro legittimità.[↩]
- La controversia è emersa dopo che l’UE ha deciso di revocare il divieto su tali importazioni nel mercato comune europeo. Varsavia, insieme a Bratislava, Budapest, Bucarest e Sofia, ha dichiarato di voler ripristinare il divieto per tutelare gli interessi degli agricoltori della Polonia orientale, lo zoccolo duro del consenso elettorale del PiS, i cui redditi e profitti sono minacciati dal calo dei prezzi causato dall’import di grano ucraino.[↩]
- Le tensioni con Germania e Slovacchia sull’immigrazione illegale transfrontaliera si sono intensificate dopo che i leader del PiS hanno accusato il cancelliere tedesco Olaf Scholz di interferire negli affari interni della Polonia. Questa disputa è collegata allo scioccante scandalo dei visti in cambio di tangenti in cui i consolati polacchi in tutto il mondo – soprattutto in Asia e Africa – avrebbero venduto fino a 250.000 visti di ingresso Schengen nell’UE per ingenti somme, che avrebbero poi permesso di viaggiare anche in altri paesi della zona senza visto. Per un governo orgoglioso della sua dura posizione anti-migranti, questo è imbarazzante. Piotr Wawrzyk, il viceministro degli Esteri, ha perso il posto. Sette funzionari sono stati accusati di corruzione. Tusk lo ha definito il “più grande scandalo polacco del 21° secolo”. Le relazioni con Berlino erano già tese a causa delle rinnovate richieste di 1,3 trilioni di euro in riparazioni della seconda guerra mondiale. Il ministro europeo Arkadiusz Mularczyk ha collegato il risarcimento da parte della Germania al futuro sostegno polacco alle richieste di risarcimento dell’Ucraina contro la Russia e alle aspirazioni europee di Kiev. Domenica Kaczyński ha affermato che la Germania era così disperata per l’energia russa a basso costo da ingannare l’Ucraina e ripristinare le relazioni con Mosca. Il carattere nazionale tedesco, ha detto, “è lottare per il dominio a tutti i costi”. Sul revisionismo nazionalista polacco e le tensioni con la Germania si veda anche il nostro articolo qui.[↩]
- Il PiS ha persino lanciato un referendum lo stesso giorno delle elezioni per motivare la propria base ad andare a votare e due delle quattro domande principali del referendum riguardano l’immigrazione (le quattro domande vertono sulla lotta all’immigrazione clandestina, sul rafforzamento della sicurezza alle frontiere, sul mantenimento dell’età pensionabile e sul divieto di vendere beni statali agli stranieri). La formulazione delle domande è tendenziosa – “Sei favorevole all’accoglienza di migliaia di immigrati clandestini dal Medio Oriente e dall’Africa, secondo il meccanismo di ricollocazione forzata imposto dalla burocrazia europea?” – dato che parlano di qualcosa che non esiste, visto che Bruxelles non ha mai imposto questo meccanismo. Da parte di una società legata al governo è stato anche inviato a tutti i cittadini polacchi di un opuscolo che invita a votare al referendum. Sotto la fotografia a tutta pagina di una nave di migranti subsahariani nel Mediterraneo, il titolo recita: “È già un’invasione. “Stanno navigando da questa parte!” Una delle vittime del pesante clima politico-culturale è stato il film “Green Border ” della regista polacca Agnieszka Holland, ispirato alla crisi dei rifugiati al confine polacco-bielorusso del 2021 (almeno 217 persone sono state uccise nella foresta di confine tra i due paesi) e presentato in anteprima alla Mostra internazionale del cinema di Venezia, dove ha vinto il premio della giuria. Il film è stato boicottato dalla destra polacca, che lo considera anti-polacco. Il ministro della Giustizia e procuratore generale della Polonia, Zbigniew Ziobro, si è espresso negativamente sul film e sulla sua regista, collegando la sua produzione a Donald Tusk. L’affermazione del PiS di tenere al sicuro i polacchi si basa in parte sul muro costruito l’anno scorso al confine con la Bielorussia per tenere lontani rifugiati e migranti.[↩]
- La proibizione dell’aborto è costata già la morte a oltre una decina di donne – lasciate morire dai medici piuttosto che interrompere la vita del feto e dunque rischiare il carcere – e la persecuzione di attivisti pro-aborto. A pochi giorni dalle elezioni e con un numero di elettrici indecise doppio rispetto a quello degli uomini nella maggior parte delle fasce d’età, gli analisti hanno sostenuto che il successo dell’opposizione potesse dipendere dalla sua capacità di attrarle proprio grazie alla posizione progressista sull’aborto. Ma, nonostante la promessa fatta un anno fa da Tusk che gli elettori non avrebbero trovato oppositori dell’aborto nelle liste di PC, è stato incluso l’ex vice primo ministro Roman Giertych, un uomo politico con una storia di militanza nella destra radicale (rifondatore della Gioventù della Grande Polonia e considerato il “padrino” della moderna destra radicale polacca) e fautore della legge severamente anti-abortista (consente l’aborto solo in caso di stupro, incesto o minaccia alla salute o alla vita della madre) fatta approvare dal governo del PiS. Giertych è stato presidente della Lega delle famiglie polacche, un partito di estrema destra ormai privo di influenza politica, tra il 2006 e il 2007. All’epoca, la sua organizzazione politica formava una fragile coalizione con il PiS e il Partito social-nazionalista di Autodifesa (Samoobrona), che si è poi conclusa con elezioni anticipate.[↩]
- Nel report annuale sullo Stato di diritto nei 27, la Commissione ha confermato le proprie preoccupazioni per la mancanza di progressi nell’assicurare l’indipendenza dei giudici polacchi dalle nomine e dalle intromissioni del governo, così come per la mancata separazione delle cariche tra ministro della Giustizia e procuratore generale. Al centro dello scontro legale tra Bruxelles e Varsavia, c’è la riforma della giustizia del 2019 che, secondo la sentenza dello scorso giugno della Corte di giustizia dell’UE, viola il diritto dell’Unione, poiché “le misure adottate sono incompatibili con le garanzie di accesso a un tribunale indipendente e imparziale”. Tra le altre cose, la riforma introduceva un nuovo organismo, la Camera disciplinare nella Corte Suprema, per sanzionare i giudici in base alle loro sentenze, con il rischio che quest’organo influenzasse significativamente le decisioni. La replica del ministro della Giustizia polacco Zbigniew Ziobro è stata un duro attacco alla corte: “La principale Corte dell’Ue è corrotta. La decisione non è stata presa da dei giudici, ma da uomini politici”. Alla fine, il governo polacco ha aggirato la condanna della Corte con la sostituzione della Camera disciplinare con un altro organismo, la Camera di responsabilità professionale, che comunque ha la stessa funzione repressiva del dissenso tra i togati. Ma sono stati anche altri i momenti di scontro con Bruxelles, soprattutto in tema di immigrazione, vista la continua intransigenza di Varsavia ad accogliere la propria quota di migranti secondo il meccanismo di ricollocazione previsto a livello comunitario. Un governo a guida PiS bloccherebbe qualunque tentativo di una maggiore integrazione europea, facendo sponda non solo con Budapest, ma anche con governi ideologicamente affini come quello italiano e quello finlandese. Nell’autunno del 2021 la Corte Costituzionale polacca ha messo in discussione in due sentenze il primato del diritto europeo su quello nazionale.[↩]
- Il background di Morawiecki lo rende un po’ un outsider nel PiS – dove la lealtà a lungo termine nei confronti di Kaczyński è la valuta principale – e ci sono voci frequenti secondo cui sarà defenestrato da qualcuno più vicino al capo in caso di una vittoria del PiS.[↩]
- Il primo ministro Morawiecki e il suo vice Kaczyński sono stati i primi leader europei, insieme ai premier ceco e sloveno, a recarsi a Kiev dopo l’inizio dell’invasione russa. La Polonia è poi il secondo paese UE per numero di rifugiati ucraini accolti, circa un milione e mezzo. In termini pro capite, la Polonia è il paese europeo che ha inviato più aiuti militari all’Ucraina, superata solo dai paesi baltici, e Varsavia è stata fondamentale nel persuadere Berlino per l’invio di carri armati moderni all’Ucraina. Allo stesso tempo, è bene ricordare che l’11 luglio ha segnato l’ottantesimo anniversario del massacro di Volinia, quando i nazionalisti ucraini che combattevano per il proprio Stato massacrarono quasi 100 mila polacchi in pochi giorni. Le persone venivano uccise con le asce, con le viscere e gli occhi cavati. I bambini venivano lanciati contro i muri e le donne incinte venivano trafitte con le baionette. In risposta, i polacchi uccisero 10-15 mila ucraini. Mentre gli storici polacchi parlano del massacro come di un genocidio, gli ucraini ricordano una guerra tra due eserciti clandestini che furono entrambi massacrati dai nazisti e dai sovietici. Ad oggi, la mancanza di scuse da parte dell’Ucraina rimane uno dei maggiori ostacoli all’alleanza polacco-ucraina. Anche se il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj ha onorato le vittime del massacro in un recente incontro con il presidente polacco Andrzej Duda, alcuni in Polonia si sono ancora lamentati, sostenendo che Duda avrebbe dovuto chiedere di più. Ma questo è piuttosto ironico, considerando che la Polonia ha una solida tradizione di rifiuto di ammettere la colpa per i propri torti storici. In Polonia, ad esempio, non si parla mai di come i loro antenati abbiano brutalizzato e sfruttato i contadini ucraini nel corso dei secoli. Nel febbraio 2018 il PiS ha fatto approvare una legge sull’Olocausto che vieta di accusare i polacchi di connivenza con il nazismo e di definire “polacchi” i lager di sterminio nazisti di Auschwitz-Birkenau (la pena prevista è di 3 anni di carcere), una manovra che rivela la volontà di prendere le distanze dal proprio passato, annullandolo. A seguito delle polemiche scaturite dall’approvazione di questa legge le relazioni diplomatiche tra Polonia ed Israele si sono seriamente incrinate. Successivamente, il PiS ha deciso di far approvare un altro controverso atto legislativo che rende più difficile per gli ebrei recuperare le proprietà sequestrate dagli occupanti nazisti tedeschi durante l’Olocausto e mantenute nel dopoguerra durante gli anni del regime comunista. Morawiecki ha affermato che la legge attua una sentenza del 2015 del Tribunale Costituzionale polacco secondo cui deve essere fissato un termine di 30 anni dopo il quale le decisioni amministrative errate non possono più essere impugnate.[↩]
- Le forze militari di terra stanno per essere triplicate, da 110 mila a 300 mila uomini. Il 15 agosto si è tenuta la più grande parata militare dai tempi della Guerra Fredda in un evento che ha segnato la vittoria sulle forze sovietiche nel 1920 e ha messo in mostra le nuove armi d’avanguardia del paese. La parata della Giornata delle Forze Armate ha segnato il 103° anniversario della vittoria della Polonia sull’Armata Rossa dell’Unione Sovietica nella battaglia di Varsavia del 1920, durante la quale le truppe polacche sconfissero le forze bolsceviche che avanzavano verso l’Europa. La difesa del confine orientale, del confine dell’Unione Europea e della NATO è considerato dal PiS e dal suo governo un elemento chiave dell’interesse statale. Folle sventolanti bandiere nazionali bianche e rosse, si sono radunate a temperature torride che hanno raggiunto i 35°C per vedere i carri armati Abrams di fabbricazione statunitense, i sistemi di artiglieria mobile HIMARS (lanciarazzi multipli in grado di raggiungere una gittata di 300 km, al prezzo di circa 4 milioni di dollari l’uno) e i sistemi missilistici Patriot sfilare per le strade della capitale. In mostra c’erano anche aerei da caccia F-16, caccia sudcoreani FA-50 e obici K9. Un F-35 dell’aeronautica americana è sfrecciato nel cielo, segno che anche la Polonia sta acquistando questi aerei da caccia avanzati. Erano presenti anche attrezzature di fabbricazione polacca, tra cui obici cingolati Krab e trasportatori corazzati Rosomak.[↩]
- Il PiS ha creato un organismo sul modello del Comitato per le attività antiamericane della Camera e delle udienze McCarthy del 1950-54 negli Stati Uniti. L’obiettivo è quello di poter indagare su Tusk e altri oppositori del governo per dimostrare ai polacchi che l’ex primo ministro era presumibilmente amico della Russia e, quindi, un traditore della patria. La caccia alle streghe è così evidente che la legge, conosciuta colloquialmente come legge Tusk, ha portato l’UE ad aprire un fascicolo contro la Polonia.[↩]
- Il fondatore della Confederazione nel 2018 è stato l’ottuagenario Janusz Korwin-Mikke, che durante il suo mandato da eurodeputato è stato più volte rimproverato e sospeso dal Parlamento Europeo per le sue frequenti azioni razziste, antisemite, legate all’Olocausto. negazionista o sessista, al punto da mettere in discussione il suffragio femminile universale e giustificare la differenza salariale tra uomini e donne. Inoltre, Korwin-Mikke è stato un paladino delle posizioni più filo-russe nel nazionalismo polacco tradizionalmente russofobo, difendendo l’annessione della Crimea da parte di Putin e criticando le sanzioni contro Mosca.[↩]
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