Eraclito
Panta rei
“Ci facci dormire anche a noi ci facci”
Ospedale del centro sud analisi sullo iato tra teoria e prassi nella civiltà della privatizzazione.
Chi vorrebbe dormire è una infermiera anzi una operatrice sanitaria, anzi una dottoressa in scienza infermieristica. Sarebbe meglio invertire: una dottoressa in scienze infermieristiche, una operatrice sanitaria, cioè un’infermiera. È lei che nel corso del tempo mi ha chiarito alcuni dubbi interpretativi sulle differenze tra il dover essere e l’essere, tra il pensiero e l’azione al di sopra della Storia.
Teoria
Punto primo
Viene prevista per il paziente, prima di rimuovere il catetere, una imprecisata ginnastica vescicale che lascia presagire vertigini di piacere.
Punto secondo
L’ operatrice si avvicina, chiude il rubinettino del catetere e se ne va.
Punto terzo
Il compito dei paziente è quello di aspettare un paio d’ore fino a che lo stimolo della minzione si faccia sentire, chiamare l’operatrice sanitaria che provvederà a rendere di nuovo pervio il percorso dell’urina e il gioco è fatto.
Prassi
I punti uno e due sono uguali e non saranno ripetuti.
Punto terzo
Il paziente aspetta le due ore canoniche, poi tre, poi quattro fino a che il bisogno si fa impellente. Solo allora si decide a suonare il campanello due, tre, quattro volte finché dalla lontananza del corridoio gli arriva una voce: “Un attimo!”.
Gli attimi si trasformano in minuti poi in quarti d’ora.
Quando finalmente l’infermiera arriva il paziente è morto affogato nel suo piscio.
P.S.: Acciocché nessuno abbia a risentirsi va detto che due infermiere e due OSS debbono badare a quarantaquattro pazienti.
Un pensiero grato a Prodi e a chi dopo di lui ha aperto definitivamente la strada alle privatizzazioni, tagliando i soldi per la Sanità pubblica.