la nostra solidarietà agli abitanti delle regioni alluvionate che non sono gente sfortunata colpita degli eventi ma -come tutti noi- vittime predestinate di uno sviluppo insensato. Uno sviluppo che ci viene imposto -come imposte ci sono le guerre- ma che ci viene presentato come l’unica dimensione possibile. A questo “realismo” viene sacrificato tutto, anche le regole della democrazia che vorrebbe assumere i connotati della democrazia autoritaria, voluta dai pochi e imposta ai più.
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