Questa è una raccolta di articoli pubblicati su Transform!Italia nel 2020, ed in particolare fra il marzo e l’agosto del 2020, cioè nel primo periodo della pandemia da SARS-CoV-2 (Severe Acute Respiratory Syndrome – Coronavirus – 2).
La Sezione I – la cronistoria raccoglie una serie di scritti di Paola Boffo che a cadenza quasi settimanale hanno raccontato l’evolversi della reazione degli Stati e delle Istituzioni europee di fronte alla situazione di emergenza. Una Commissione europea appena insediata, un Eurogruppo concentrato sulla riforma del Meccanismo Europeo di Stabilità e sull’approfondimento del Mercato Unico Europeo, un Parlamento appena eletto, un Consiglio operante sempre più come un organismo intergovernativo piuttosto che comunitario.
Si dà conto quindi della prima fase di impreparazione e insufficienza nella risposta comune, seguita dal tentativo della Commissione di riprendere il timone, anche contro le prime misure di chiusura intraprese dagli Stati soprattutto nei confronti dell’Italia, primo paese fortemente colpito dall’epidemia, con misure significative, e possibili a parità di bilancio, come la sospensione del Patto di stabilità, le modifiche nel regime degli Aiuti di Stato, il rafforzamento della politica di Coesione, il pacchetto Sure, Bei, ECCL.
Di fronte alla gravità della situazione e delle conseguenze sul piano economico e sociale, la Banca Centrale Europea ha varato il Piano di acquisto di titoli pubblici per l’emergenza pandemica, e in sede di Consiglio i Capi di Stato e di governo hanno intrapreso la discussione su uno strumento di debito comune che ha preso la forma del Recovery Fund, con lo Strumento per il Recupero e la Resilienza che finanzierà i Piani che gli Stati stanno preparando e che assegna all’Italia la fetta più sostanziosa.
La Sezione II – Commenti, riflessioni e proposte riporta alcuni articoli di componenti della redazione di Transform!Italia o di altri collaboratori, su quanto è successo e sulle prospettive auspicabili per la UE.
La reazione europea è stata importante e si è sviluppata nella direzione di una Unione, che mette in comune le risorse e si indebita per sostenere le economie e i cittadini europei, che supporta la politica monetaria che gli Stati non possono operare, che mette la coesione economica e sociale prima delle regole della competizione.
È necessario però verificare, e sarebbe il caso di lavorare in questo senso, che non si tratti di interventi transitori, ma che si dia luogo finalmente a una sostanziale virata negli obiettivi e nelle modalità di intervento della UE. Servono scelte di cambiamento profondo. Scelte politiche e non meramente tecniche. Scelte per fare un’altra Europa fondata sulla condivisione di una idea di società socialmente ed ambientalmente giusta.
Bisogna cambiare lo statuto della BCE per farne una vera banca centrale prestatrice di ultima istanza, bloccare la riforma del Meccanismo europeo di stabilità, anzi cancellarlo, garantire una politica sanitaria comune, stabilire un reddito di base europeo