articoli

Cosa fai con la guerra? Porto pesci

di Roberto
Musacchio

Il 19 gennaio 1947, sul quotidiano “L’Unità”, nell’articolo intitolato “Dove vai? Porto pesci!”, Palmiro Togliatti scrive:” Qualunque cosa diciamo o facciamo, non importa nulla, devono dire e dimostrare che noi siamo ‘totalitari’ (che vorrebbe poi dire fascisti), squilibrati, menzogneri, seminatori di discordie, sognatori di camere a gas, assassini, cannibali etc. etc. Per dire questo e cercare di farsi credere da chi li legge, gli uni sono pagati in dollari, gli altri in valuta. Gli uni rimasticano quello che dicevano o sentivano dire ai tempi del fascio littorio. Gli altri cercano, al di là del Tevere, nuove od analoghe ispirazioni”.

Ho ritrovato questo scritto, che risale a quando Togliatti ha capito che vogliono fare fuori il PCI dal governo anche se si sta facendo la Costituzione insieme, mentre avevo in mente di fare per transform un articolo, questo, sul perché ormai mi pare evidente che ci sia una campagna elettorale contro la guerra e tutte le altre che, pur diverse, fanno o rischiano di fare “distrazione di massa”.

La prima, contro la guerra, è insopportabile per i dominanti. Il resto fa parte di quel teatrino cui è un po’ ridotta la politica in questi tempi. Perché in altri uno come Togliatti e in generale il PCI non avrebbero permesso né repressioni e oscuramenti né derubricazioni.

Togliatti non era “gentile” nelle polemiche. Come non lo era Marx. Avremmo voluto esserlo, scriveva Brecht. Ma se ti descrivono come putiniano, settario e tutto il repertorio, un po’ come Togliatti attaccava si facesse col PCI, forse è il caso di tirare fuori la grinta perché il potere non l’ha mai dismessa. Il potere, in queste elezioni europee continua a non rispondere alle domande che ci angosciano e che la campagna di Pace Terra Dignità fa ormai da mesi. Cosa sta succedendo nelle guerre in corso? Quali armi vengono date e per fare che e perché sono secretate? Qual è la linea rossa? Perché non si fa nulla per fermare il conflitto? Perché non si rompono le relazioni con Israele visto che il genocidio va avanti? Come si pensa di pagare l’aumento delle spese militari? Cosa succede col ritorno del patto di stabilità e quindi del debito?

Se poi mentre fai incessantemente queste domande capita anche che tu raccogli centomila firme (unica forza costretta e capace di farlo) e rischi di stare fuori lo stesso dalle elezioni mentre uno viene riammesso alle elezioni perché affiliato al PPE e tu sei proprio fondatore di un partito europeo e hanno fatto un decreto per toglierti il diritto ma poi per quell’altro lo reinterpretano (e va pure bene perché il diritto era giusto mentre il decreto era una ingiustizia) forse è il caso di pensare che c’è una battaglia, legale ma anche democratica, da fare.

Intendiamoci, guardando su altri versanti, in tanti slogan che leggo sui buoni propositi per l’Europa magari ci sono anche buone intenzioni. Liberare una compagna è sacrosanto, ma pensare che significhi liberare l’Europa sembra un po’ dire che tolto Orban lo saremmo, liberi, sembrando dimenticarsi di quelli che l’”Europa Reale” la gestiscono e ci imprigionano tuttə, cito per tuttə Ursula Von Der Leyen e la sua maggioranza bellica e pro multinazionali e austerity. Dire che l’Europa deve essere umana è sì una bella citazione e un auspicio ma purtroppo la realtà è che la UE non è umana per niente. C’è chi va in bicicletta alludendo a transizioni ecologiche che non si capisce come stiano insieme alla guerra che purtroppo anche i verdi europei alimentano.

Poi c’è chi mostra le travi negli occhi di Giorgia, che ci sono eccome, ma non vede le proprie, cosa grave perché rispetto al proverbio di pagliuzze non ce ne sono.

Guerra, patto di stabilità, “neo maccartismo” che inquina addirittura le istituzioni, non sono pagliuzze, sono travi e, purtroppo molte travi stanno negli occhi di  partiti che pure se le rinfacciano. Siccome non ho gli occhi foderati di prosciutto lo so che c’è chi vorrebbe togliersele e un po’ ci prova. Ma il dramma è che intanto queste travi ci stanno cadendo addosso, che l’Europa, e il Mondo, sono terremotati, e rischiamo di crepare sotto le macerie.

Purtroppo il PCI non c’è più. E dunque senza la forza organizzata, grande, è tutto più difficile. Purtroppo langue anche quella forza sessantottina che fu alterità vera, anche al PCI. Ora in parte sembra fare la “sinistra”(?) dell’Occidente. Oppure, nelle tarde discendenze, vivacchiare sugli strapuntini o immaginarsi leninisti corsari quando si è più che altro un po’ “entristi”. Lorsignori l’arroganza invece l’hanno ritrovata, tutta. Pure se ormai anche i potenti più potenti sono a comando dell’impero finanziario e delle sue guerre imperialiste medievali e orwelliane insieme.

Noi, qui, ci si prova a fare la battaglia delle idee. Abbiamo scritto per il 25 aprile che la guerra porta il fascismo e il fascismo porta la guerra. Matteotti, socialista contro la guerra fu ucciso per mandato di Mussolini fascista, già socialista per la guerra. Abbiamo scritto, a proposito del primo maggio, che la costituzione fondata sul lavoro ripudia la guerra e che i proletari uniti non debbono lavorare per produrre armi con cui uccidersi tra di loro.

Oggi scriviamo che contro la guerra noi non portiamo pesci ma dichiariamo solennemente guerra alla guerra.

Roberto Musacchio

Articolo precedente
La Vigna della Pace, ultimo spiraglio prima della fine
Articolo successivo
Le élite dell’Unione Europea puntano sul complesso militare-industriale. Una minaccia per spesa sociale, stabilità economica, ambiente, democrazia e pace

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Compila questo campo
Compila questo campo
Inserisci un indirizzo email valido.