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Contro populismo e pensiero unico

di Roberto
Musacchio

di Roberto Musacchio –

Voltaire inventò Candide per spiegare che ci sarebbe stato l’illuminismo solo quando si sarebbe compreso che non si era nel migliore dei mondi possibili.

Che non ci sia un tale mondo perfetto da difendere dai barbari è un lume da tenere acceso per comprendere perché i barbari arrivano.

Lo stesso allarme per una nuova minaccia fascista, che pure richiederebbe qualche prudenza analitica, dovrebbe avere il lume della Storia che ci ricorda, al contrario di come si inventa il Parlamento Europeo, che gli interessi delle nazioni capitalistiche spianarano la strada alla bestia, facendo la prima guerra mondiale, creando e conservando enormi ingiustizie sociali, blandendo la bestia ancora a Monaco. Chi, come Rosa Luxemburg, provava ad accendere il lume si vide spenta la vita e non dai nazisti.

All’inizio degli anni ’80 ci fu un importante dibattito filosofico, ma in realtà destinato ad incidere sulla politica e la Storia, tra Habermas e Luhmann.

Habermas sosteneva che la società complessa che si andava edificando richiedeva una risposta complessa, un’“etica del discorso” capace di comprendere e farsi comprendere.

Luhmann, al contrario teorizza che solo una forte semplificazione preserva dal caos e consente di esercitare una governance efficace.

Sono gli anni in cui si va edificando il capitalismo finanziario globalizzato con cui le classi dominanti vogliono riprendersi il dominio su tutti i campi, dall’economia alla società, dalla scienza al pensiero.

Già Orwell aveva scritto 1984 pensando allo stalinismo ma prefigurando ciò che la semplificazione per eccellenza, e cioè la coppia amico/nemico per altro agìta dalla e nella guerra, avrebbe determinato nell’epoca del pensiero unico che stava arrivando.

Nel momento in cui “crolla il socialismo reale” e il capitalismo decide di non tollerare più contestazioni e compromessi la coppia orwelliana che sta alla base del riduzionismo di Luhmann si riforma in modi sempre più perversi, massimamente nella spirale guerra/terrorismo.

Fu un grande merito di civiltà del movimento dei movimenti riuscire a tenere accesi i lumi anche in quei passaggi drammatici. La seconda potenza mondiale che riempì le piazze del Mondo ruppe la spirale e diede linfa a una resistenza capace di alimentare anche una ripresa di speranza.

In America Latina da dove il movimento nasceva nella parte pensata al Foro di San Paolo. Negli USA, da Seattle a Occupy Wall Street per arrivare a Sanders. In Europa passando dai forum sociali agli Indignados.

In Italia dopo il rovinoso scioglimento del Pci, che crea una situazione del tutto anomala rispetto ai Paesi simili e più comparabile con quelli dell’Est, proprio il movimento alterglobalizzazione e pacifista dà linfa e prospettiva a ciò che resisteva alla dissoluzione dell’eredità di Gramsci e a quella del biennio 1968/1969.

Purtroppo in Italia l’approccio riduzionistico di Luhman non riguarda solo le “destre” ma forgia il percorso che vede transitare dal Pci al Pd, usando io il riduzionismo direi da Mosca a Bruxelles.

Il riduzionismo si polarizza sul populismo (anticomunista) berlusconiano e sul maggioritarismo (anch’esso contro alternative di sistema) che si coagula intorno alla governance che persegue il disegno della UE che ha stravolto il sogno europeo di Spinelli.

In realtà i punti di contatto tra i due “campi” sono molti e molteplici e basta vedere la quantità e la qualità delle cose votate insieme.

Ma Berlusconi è il nemico perfetto per richiedere ordine e disciplina a chi prova a proporre una politica non schiacciata dai dogmi.

Il “luhmanismo di sinistra” si dota di strumenti di partecipazione di massa semplificata ed acritica. Da questo punto di vista l’arruolamento degli ex Pci è fondamentale. Poi ci sono giornali.

Leggi elettorali che stravolgono il pluralismo. Gazebi. “Unioni sacre contro i barbari”.

Berlusconi è il caimano e per batterlo si possono baciare rospi come viene sostenuto al tempo dei governi Dini e Monti.

Con Dini che fa la controriforma delle pensioni negata a Berlusconi e su cui milioni avevano lottato. E Monti che oltre alla Fornero sfregia la Costituzione col pareggio di bilancio. Soprattutto, entrambi, scindono coscienza sociale e politica.

In realtà la lotta contro Berlusconi la fa in gran parte il movimento dei movimenti che tiene botta per un tempo abbastanza lungo. Durante il quale, è bene ricordarlo, sono assai più numerosi gli anni in cui “governa il centrosinistra” e molte più le “riforme” antisociali fatte da questo.

Certo è che l’accoppiata tra questo nuovo movimento e una sinistra radicale che prova a tenere aperta anche la dinamica politica è intollerabile per i due riduzionismi di “destra e di sinistra”.

La repressione del movimento la fanno governi di entrambi gli schieramenti e arriva a forme estreme. La sinistra radicale va fatta a pezzi.

Poco importa che così si spengono i due lumi che in realtà combattono le destre nel Mondo. In America Latina sono movimenti e leader alternativi a fare prima governi ed ora a combattere il revancismo fascista. Negli USA è il clintonismo che frana davanti a Trump mentre sono Sanders, i nuovi socialisti e i movimenti che risprono le partita.

In Europa i lumi sono i movimenti, le sinistre alternative, il pluralismo elettorale. Vale per la Grecia, la Spagna, il Portogallo, la Finlandia, la Turingia.

In Italia, nonostante le sconfitte e naturalmente gli errori, la lotta contro Salvini è stata rilanciata proprio da movimenti e sinistre alternative. Senza andare ai tempi in cui si definiva la Lega una costola della sinistra, nella fase in cui la Lega sta al governo e Salvini è ministro degli interni sono movimenti e sinistre alternative a scendere in piazza in modo continuativo nei porti a chiederli aperti e nelle città dove il ministro Salvini va a imporre i suoi decreti.

Sono gli stessi movimenti e le stesse sinistre che stavano in piazza contro i decreti Minniti o a Macerata contro un omicidio a sfondo razzista contro cui altri chiedono di non manifestare per “prudenza”.

Addirittura una parte della sinistra alternativa di fronte al blitz di Salvini per sciogliere il Parlamento mentre il Pd interloquisce chiede invece che ci si assuma la responsabilità di fare un governo. Anche se sa che non sarà il suo.

Ora che Salvini sta all’opposizione cresce un movimento contro di lui e il populismo. Bene. C’è un bisogno larghissimo di alternativa che confluisce.

Ma Voltaire ci ricorda che non siamo nel migliore dei mondi possibili da salvare dai barbari.

La realtà ci dice che le tre cose che combattono meglio le destre sono i movimenti, le sinistre alternative, il pluralismo.

Che ciò che non consegna loro il malessere sociale è che lo rappresenti la sinistra. La Francia ce lo conferma. Uno sciopero straordinario per difendere qualcosa, le pensioni a 62 anni, che qui è stato smantellato anche dal luhmanismo di sinistra del Pd.

Se non si crede più al cambiamento sociale la destra ha già vinto perché ha vinto la rassegnazione e restano solo il rancore e i capri espiatori.

Se per parlare del Mes dividi il mondo tra colti e ignoranti fai la peggiore delle operazioni possibili e cioè pratichi un populismo dall’alto e provi a cancellare la critica di sinistra.

Se pensi che un movimento che è grande perché ci confluiscono in tante e tanti sia più forte perchè dice una sola cosa e cancella le diversità ignori ciò che ha fatto grandi i movimenti e cioè il pluralismo, il prendere parola. Sei Candide e forse non sei neanche candido.

Ma la fiducia nelle piazze di sapersi illuminare è grande ed è ciò che conta.

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