la nostra rete

Contro la disinformazione sui fatti in Palestina

Proponiamo l’appello di Giovani palestinesi d’Italia alla RAI lancoato sulla piattaforma Change.org


Siamo cittadine e cittadini italiani, contribuenti che pagano il servizio pubblico d’informazione. Da settimane la Rai continua un lavoro di disinformazione a discapito dell’obbligo di un servizio di informazione libero e senza censure. Dai microfoni italiani esce una sola voce, quella israeliana.
Riteniamo che sia necessario spiegare il processo di incremento delle violenze e provocazioni delle ultime settimane, a partire da quanto accaduto nel quartiere di Sheikh Jarrah a Gerusalemme est (che, secondo il diritto internazionale, fa parte dei territori occupati da Israele nella guerra del 1967).
Il tentativo di espellere con la forza gli abitanti dalle loro case è l’ultimo episodio di una storia che, a partire dal 1948, ha costretto all’esilio milioni di palestinesi. Le vicende di Sheikh Jarrah, che hanno innescato l’ondata di violenza delle ultime ore, devono essere spiegate nell’ambito dell’espansione degli insediamenti illegali di coloni attorno a Gerusalemme est e nei territori occupati della Cisgiordania.
In Italia viene sistematicamente violato l’art.21 della Costituzione che stabilisce “Esiste un interesse generale all’informazione e questo interesse implica, in un regime di libera democrazia, pluralità di fonti di informazione, libero accesso alle medesime, assenza di ingiustificati ostacoli legali, anche temporanei, alla circolazione delle notizie e delle idee”, nonché l’art. 11 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea che sancisce che “Ogni persona ha diritto alla libertà di espressione. Tale diritto include la libertà di opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche e senza limiti di frontiera
Ciò non sta avvenendo.
La Corte Penale Internazionale ha aperto le indagini per crimini di guerra e crimini contro l’umanità compiuti da Israele durante l’operazione Margine Protettivo del 2014, crimini perpetrati anche dagli insediamenti illegali in West Bank e dal 2014 in poi, accusata di aver usato armi chimiche contro la popolazione civile.
La storia si ripete, fonti locali gazawe affermano l’utilizzo del fosforo bianco nei bombardamenti degli scorsi giorni. L’utilizzo del fosforo bianco è dichiarato illegale dalla Convenzione CAC che vieta l’uso delle armi chimiche contro la popolazione civile, in quanto provoca soffocamento e impedisce ai civili di poter sfuggire al bombardamento.

Il silenzio della stampa, della tv e dei giornali è incessante e complice.

Ad oggi il bilancio delle vittime causate dai bombardamenti e dalle violenze dell’esercito sono 220, di cui 58 bambini, 1500 feriti a Gaza e 3800 in West Bank e Gerusalemme Est.
Human Rights Watch la più grande ONG in materia di protezione dei diritti umani, nell’ultimo report pubblicato parla di stato di apartheid nei Territori Occupati Palestinesi, che ricordiamo essere illegali anche secondo la Risoluzione Onu 242 del 1967 “L’occupazione israeliana della Palestina è illegale”. Inoltre il crimine di apartheid rientra tra i crimini contro l’umanità all’art.7 comma D dello statuto della Corte Penale. In questo drammatico quadro la narrazione israeliana rimane dominante e la voce e la rappresentanza dei palestinesi è inesistente.

I giornalisti della Rai, ricordiamo essere il servizio pubblico radiotelevisivo nazionale, devono raccontare cosa sta accadendo in questi giorni, a Gaza, in Cisgiordania e ai 9 milioni di palestinesi che vivono nel territorio israeliano e che rappresentano il 20% della popolazione. Il vostro silenzio non è più tollerabile.
Il 15 maggio è stato bombardato il palazzo Al-Jala che ospitava gli uffici della redazione di Al Jazeera e altre press internazionali tra cui Associated Press. Bombardare i palazzi della stampa significa negare il diritto alla pluralità delle fonti di informazione, oltre ad essere considerato un crimine di guerra. Inoltre, Il governo di occupazione israeliano non permette ai giornalisti di entrare a Gaza e questa decisione è un chiaro segnale della direzione scelta dal governo di Netanyahu.
Serve una presa di posizione e di responsabilità da parte di chi dovrebbe ricercare la verità per professione. La ricerca della verità è stabilita dalla Costituzione oltre che al codice deontologico dei giornalisti che sancisce il dovere di un’informazione etica e senza censura.
Censurare la verità è bombardare.
Non possiamo restare a guardare.

CHIEDIAMO :

  • Informazione imparziale e copertura mediatica di ciò che sta accadendo in Palestina e delle numerose manifestazioni di solidarietà nel territorio nazionale;
  • Servizio di informazione sulle cause che hanno portato alla situazione attuale : dalle incursioni dei coloni israeliani dentro la città di Gerusalemme al grido di “morte agli arabi”, nella spianata delle Moschee – piazzando barriere di ferro, compiendo raids di sfollamento, appoggiati dal presente esercito di occupazione israeliano e cacciando i fedeli mussulmani presenti, nelle ore dedicate alla preghiera; agitando bastoni e picchiando le donne e i bambini – ai tentativi di espellere con la forza gli abitanti di Sheikh Jarrah dalle loro case;
  • Non vengano più veicolati messaggi violenti e di odio razziale e religioso.
  • Chiediamo che la tv pubblica inizi a cambiare il linguaggio utilizzato, il quale spesso risulta essere etnocentrico, sessista, razzista, omotransfobico.
disinformazione, informazione
Articolo precedente
Le parole e le immagini per dirlo
Articolo successivo
Era meglio il silenzio?

3 Commenti. Nuovo commento

  • Vincenzo Micocci
    21/05/2021 13:46

    Sottoscrivo l’appello dei Giovani Palestinesi ed auspico per l’avvenire una sempre più incalzante protesta contro l’insopportabile partigianeria della RAI, che nelle sue trasmissioni spesso si affida a banali e triti luoghi comuni di una destra ormai sempiterna !

    Rispondi
  • Silvana Telaro
    21/05/2021 14:14

    Non credo che il popolo ebraico, nell’accezione profonda del termine, sia quello che si è insediato nei territori “palestinesi”, guà prima della fine dell seconda guerra mondiale. E non mi dilungo perchè é sufficiente leggere un pò di storia dalla fine Ottocento al secolo passato. Pertanto, la continua occupazione di quelle terre, è decisamente illegittima ! La comunità internazionale deve attivarsi, almeno nel rispetto degli accordi di Oslo perchè, altrimenti, di tutte le morti e stragi che stanno, da quasi un seconolo, avvenendo su quelle terre, è essa stessa responsabile !

    Rispondi
  • Silvana Telaro
    21/05/2021 18:06

    Una fine poi ci sarà, prima o poi, ma quante saranno le vittime se non scegliamo che quella fine deve essere necessariamente a breve scadenza!

    Rispondi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Compila questo campo
Compila questo campo
Inserisci un indirizzo email valido.