di Paola Boffo –
Il Consiglio europeo del 13 e 14 dicembre scorso ha discusso sulla proposta di istituire una Conferenza sul futuro dell’Europa che si avvierà nel 2020 per concludersi nel 2022. Si tratta di un evento, proposto dal presidente francese Macron e dalla cancelliera tedesca Merkel, che cade in un momento di crisi del concetto stesso di Europa, di fronte all’emersione dei populismi, alla Brexit, alla difficile costruzione di un’Unione economica e monetaria incompleta, al deficit democratico conseguente al processo di tecnicizzazione degli organismi che compongono la governance del sistema. Sarà interessante vedere nei prossimi mesi quanto gli auspici di partecipazione a questo processo da parte di tutte le istituzioni, delle parti sociali, dei cittadini si concreteranno e se non resteranno un mero esercizio retorico.
Nelle conclusioni del Consiglio, con particolare riferimento alla Conferenza sul futuro dell’Europa si legge:
“14. Il Consiglio europeo ha valutato l’idea di una conferenza sul futuro dell’Europa da avviare nel 2020 e portare a compimento nel 2022. A tale proposito, chiede alla presidenza croata del Consiglio di adoperarsi per definire una posizione del Consiglio sui contenuti, la portata, la composizione e il funzionamento di tale conferenza e di avviare il dialogo con il Parlamento europeo e la Commissione su tale base.
15. Il Consiglio europeo ricorda che occorre dare priorità all’attuazione dell’agenda strategica concordata a giugno e al conseguimento di risultati concreti a beneficio dei cittadini. La conferenza dovrebbe contribuire allo sviluppo delle nostre politiche nel medio e lungo periodo, in modo da poter affrontare più efficacemente le sfide attuali e future.
16. La conferenza dovrebbe inoltre fare tesoro della positiva esperienza acquisita con i dialoghi con i cittadini tenutisi negli ultimi due anni e prevedere un’ampia consultazione dei cittadini nel corso del processo. Deve coinvolgere il Consiglio, il Parlamento europeo e la Commissione, nel pieno rispetto dell’equilibrio interistituzionale e dei rispettivi ruoli definiti nei trattati. Il Consiglio europeo sottolinea la necessità di un processo inclusivo, che preveda la partecipazione di tutti gli Stati membri su un piano di parità. Le istituzioni dell’UE e gli Stati membri – compresi i rispettivi parlamenti – dovrebbero dare prova di una titolarità condivisa.”
La proposta di una Conferenza sul futuro dell’Europa è stata avanzata, nel suo programma di lavoro, dalla Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, con l’obiettivo di promuovere un ruolo attivo e determinante dei cittadini europei nella costruzione del futuro dell’Unione.
La Conferenza dovrebbe essere avviata nel 2020 per una durata di due anni (la conferenza si svolgerebbe dunque nel corso della Presidenza di turno del Consiglio dell’UE di Croazia, primo semestre 2020; Germania, secondo semestre 2020; Portogallo, primo semestre 2021; Slovenia secondo semestre 2021; e si concluderebbe con la Francia, primo semestre 2022).
La Conferenza – preparata definendone scopo e obiettivi sulla base di un accordo tra Parlamento europeo, Consiglio e Commissione europea – potrebbe essere presieduta da un membro del Parlamento europeo e condurre ad una revisione dei Trattati.
Non paper franco-tedesco sulla Conferenza sul futuro dell’Europa
Francia e Germania avevano presentato a fine novembre 2019 un documento recante proposte sulla Conferenza sul futuro dell’Europa sotto forma di non paper nel quale si propone che essa:
- dovrebbe essere presieduta da una personalità europea di rilievo e assistita da un comitato direttivo (Steering Group), composto da rappresentanti delle Istituzioni dell’UE, degli Stati membri, esperti e rappresentanti della società civile, responsabile del coordinamento generale dei lavori della Conferenza, con il supporto di un segretariato permanente;
- dovrebbe affrontare le sfide relative al futuro dell’Europa: sicurezza e difesa; vicinato; digitalizzazione; cambiamento climatico; migrazione; lotta contro le diseguaglianze; il modello europeo sociale di economia di mercato (incluso i diritti sociali, la politica industriale e di innovazione, il commercio, l’Unione economica e monetaria e la competitività); lo stato di diritto e i valori europei. La Conferenza dovrebbe identificare le principali riforme da apportare dal punto di vista giuridico, inclusa la possibilità di modifiche ai Trattati;
- dovrebbe svolgersi in due fasi: una prima fase da febbraio fino all’estate 2020 dovrebbe concentrarsi sul funzionamento democratico dell’UE (elezioni designazioni delle cariche principali, liste transnazionali e sistema dei candidati di punta, cosiddetto Spitzenkandidaten; partecipazione dei cittadini nelle istituzioni e politiche dell’UE) una seconda fase, dedicata alle politiche dovrebbe essere avviata dall’estate 2020 e concludersi nella prima parte del 2022.
Attività del parlamento europeo
La Conferenza dei Presidenti dei gruppi politici del Parlamento europeo ha deciso il 16 ottobre 2019 di creare un gruppo di lavoro sulla Conferenza sul futuro dell’Europa (si veda il documento illustrativo predisposto dal Servizio di ricerca del Parlamento Europeo – EPRS).
Il gruppo di lavoro è composto dal Presidente del Parlamento europeo, David Sassoli e dai seguenti deputati Paolo Rangel (PPE), Gabriele Bischoff (S&D), Guy Verhofstadt (Renew Europe), Gunnar Gunter Beck (ID), Zdzislaw Krasnodebski (ECR), Helmut Scholz (GUE/NGL).
La Conferenza dei Presidenti ha, altresì, incaricato la Commissione affari costituzionali di elaborare un parere sulla Conferenza sul futuro dell’Europa. La Commissione affari costituzionali del PE ha adottato lo scorso 9 dicembre un progetto di parere sulla Conferenza sul futuro dell’Europa in vista di una proposta di risoluzione che dovrebbe essere presentata da gruppi politici in occasione di della sessione plenaria di mercoledì 15 gennaio 2020.
Il progetto di parere, in particolare:
- sottolinea il fatto che la Conferenza deve andare oltre una discussione interistituzionale e prevedere un approccio inclusivo ed equilibrato tra membri del Parlamento europeo, membri dei Parlamenti nazionali, Commissione europea, Consiglio, società civile, parti sociali e cittadini;
- ritiene che nel quadro della Conferenza debbano essere discussi almeno i seguenti temi: valori europei, diritti e libertà fondamentali, aspetti democratici e istituzionali dell’integrazione europea, sfide ambientali e crisi climatiche, giustizia sociale e uguaglianza, questioni economiche tra cui fiscalità, trasformazione digitale, sicurezza e ruolo dell’UE nel mondo;
- ritiene che, al fine di preparare con largo anticipo le prossime elezioni europee nel 2024, i lavori per migliorare il sistema dei candidati principali (cosiddetti Spitzenkandidaten) e la questione delle liste transnazionali dovrebbero svolgersi durante i primi sei mesi della conferenza;
- indica che il PE si offre di ospitare lo svolgimento dei lavori della Conferenza, ma che attività della Conferenza dovrebbero anche svolgersi in tutti gli Stati membri e si impegna a garantire la trasparenza dei lavori della Conferenza mediante lo streaming web e mediante pubblicazione dei documenti pertinenti e offre il proprio personale a supporto dei lavori della Conferenza;
- propone che le tre istituzioni dell’UE si impegnino a dare un seguito concreto alla Conferenza, con proposte legislative, avviando la modifica del trattato o altro;
- indica che, se la Conferenza adotterà una proposta di modifica dei trattati UE, il PE si impegna, a presentare una proposta volta ad avviare una revisione dei trattati.
Contributo della LXII COSAC sul ruolo dei parlamenti della UE nella Conferenza
Nel Contributo adottato dalla LXII COSAC (Conferenza degli organi specializzati negli affari europei dei Parlamenti dell’UE), che si è svolta ad Helsinki dall’1-3 dicembre 2019, con riguardo alla Conferenza sul futuro dell’Europa, si chiede che il Parlamento europeo e i Parlamenti nazionali:
- debbano essere pienamente coinvolti nella definizione degli obiettivi, dell’organizzazione e nei lavori della Conferenza sul futuro dell’Europa;
- abbiano un numero adeguato di rappresentanti con pieni diritti di partecipazione ai lavori della Conferenza, compreso quello di presentare proposte.
A margine della COSAC, i rappresentanti dei Parlamenti di Finlandia, Danimarca, Bundestag tedesco, Camera dei deputati della Repubblica Ceca, Irlanda, Austria, Ungheria, Lussemburgo, Italia, Camera dei deputati dei Paesi Bassi, Francia, Seijm Polacco, Lettonia, Cipro, Estonia, Grecia, Senato Romeno, Portogallo hanno firmato una lettera indirizzata ai Presidenti del Parlamento europeo, della Commissione e del Consiglio europeo nella quale si richiama la necessità che la composizione della Conferenza sul futuro dell’Europa sia il più rappresentativa possibile, che sia assicura la massima trasparenza ai suoi lavori e produca risultati tangibili, con riguardo ai temi che interessano ai cittadini europei. Nella lettera si indica, inoltre, che la conferenza dovrebbe prendere in esame anche la questione del ruolo dei Parlamenti nazionali nella procedura legislativa dell’UE.