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Conferenza Europea

In merito alla Conferenza sul futuro dell’Europa pensiamo sia utile avere una attenzione particolare alle diseguaglianze che sono molto cresciute in questi 40 anni sia tra Paesi sia all’interno di essi. Un anno fa, alla vigilia delle elezioni europee, arrivò uno studio di lungo periodo fatto da un network di ricercatori riuniti nel World Inequality Database (Wid) coordinato dal gruppo che fa capo a Thomas Piquetty.


Ne parla Roberta Carlini in un importante articolo pubblicato sull’Internazionale il 20 maggio 2019 e da cui traiamo alcuni elementi. 
Lo studio prende in esame il periodo che va dal 1980 al 2017 e riguarda 38 Paesi europei, tra i 28 (ora 27) della UE e i 5 candidati e i 5 più correlati. Lo studio prende in esame sia le dinamiche tra Paesi sia quelle interne ai Paesi.


I dati, da leggere in modo disteso, portano a considerazioni importanti. Il periodo per altro incorpora due eventi cardinali come l’ingresso dell’Est e la crisi del 2009.
In sintesi la coesione tra Paesi non ha prodotto gli effetti almeno formalmente dichiarati e dunque permangono differenze molto marcate tra le varie aree del Nord, del Centro, del Sud e dell’Est. 
Con queste ultime che a stento recuperano il surplus di handicap realizzato al momento dell’ingresso.
All’interno dei vari Paesi le disuguaglianze si allargano pressoché ovunque.


La quota del reddito guadagnata dal 10% più ricco delle popolazioni è cresciuta ovunque con eccezione del Belgio. 
Peggio va nei Paesi dell’Est. Ma in genere più si sta al top dei redditi più è veloce e forte la crescita della ricchezza.
A questa crescita delle ricchezze e delle disuguaglianze per altro, come mostra l’Oxfam, corrisponde una crescita delle povertà. 
Lo studio di Wid, fa notare Carlini, mostra che il “modello europeo” tiene più nella sua realtà  economica sociale che in quella determinata dagli interventi delle politiche. 
Cioè la differenza, che permane, con gli USA è data dal carattere ancora sociale della realtà economica esistente. 
E infatti, paradossalmente, hanno più valore correttivo gli interventi politici in USA che nella UE.


Se si pensa al trend che Ursula Von der Leyen vuole impostare e che richiamavo in termini di forte finanziarizzazione privata dell’economia reale, e di quella sociale, possiamo immaginare gli effetti.

www.wid.world

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