editoriali

Capitan Europa

di Roberto
Musacchio

Manca solo che a Media, il marchio del cinema europeo, venga chiesto di fare una serie su un Capitan Europa, con tanto di scudo anti Putin, o di Euro Rambo che va a cavallo con i resistenti ucraini, e i trash miti made in EU sarebbero al completo.

Si può scherzare su qualcosa di drammatico?

Di certo gli speech di Ursula von der Leyen o le risoluzioni del PE che sembrano bollettini della NATO e nulla hanno a che fare col ruolo di un Parlamento che dovrebbe cercare soluzioni politiche e non farsi megafono di una guerra che per altro non ha dichiarato, possono muovere rabbia, tristezza o quella risata che si spera li seppellirà.

Dice: “ma allora stai con Putin…”. Refrain ormai stantio. Che continua a non cogliere che siamo di fronte ad una delle più classiche guerre inter-imperialistiche. Con in più l’impero finanziario globale che nessuno mette in discussione.

E poi, come dicono anche i Nobel per la pace assegnati, ognuno combatte i propri regimi e tutti insieme combattiamo per la pace dei dominati contro la guerra dei dominanti.

Sarà difficilissimo, forse addirittura più che dopo la seconda guerra mondiale, ricostruire dalle macerie che si stanno provocando. Allora naturalmente i morti furono milioni, compresi 20 milioni di russi. Le città distrutte, comprese Hiroshima e Nagasaki. Il nazifascismo fu il vero orrore assoluto, quello della pianificazione dello sterminio. Da quell’orrore chi sopravvisse disse “mai più”. E provò a far rivolare gli aquiloni, per stare al bel libro di Roman Gary, l’autore anche di  Educazione europea, quella che si traeva dall’essere partigiani polacchi in attesa dell’aiuto dei russi.

Io non so se Ursula von der Leyen e il PE abbiano idea di quale scempio stiano compiendo della coscienza europea che ci consegna quella Storia. Che dichiarare Putin l’ennesimo Hitler dopo i vari Saddam significa solo derubricare ciò che fu il nazismo. Renderlo una “normalità” ricorrente.

Putin è uno dei dominanti degli imperi di mezzo che usano la forza. L’impero più grande, quello USA, ha scatenato in Iraq una guerra da milioni di morti. Col suo complice, la GB di Blair. Che fu processato, trovato colpevole ma assolto. La Jugoslavia fu fatta a pezzi a colpi di referendum auto gestiti e “riconosciuti” con le armi della NATO. Ancora oggi in Kosovo c’è una situazione che ricorda il Donbass, con il governo kosovaro a non rispettare quelle che sono diventate minoranze in uno Stato autoproclamato.

Sono questi precedenti che Putin cita per giustificare le sue colpe imperialistiche. Ma non è che avere la forza significa avere la ragione, come ci ricordano sempre le ultime parole di Allende. E la lingua biforcuta dei visi pallidi i nativi americani la conoscono bene.

Sono trent’anni che l’Europa partecipa alla distruzione dei valori europei. O meglio i dominanti che la gestiscono. Non a caso Ursula von der Leyen parlando dello stato dell’Unione magnifica la regina Elisabetta. E non dice una parola su Gorbaciov, l’uomo della casa comune europea, tradito da europei e americani e appena scomparso.

Una Europa imbelle, si dice, anche lei vittima degli USA che la vogliono distaccare dalla Russia. Imbelle lo è ma non per questo meno colpevole e ipocrita. Sulla scia dell’89 come vittoria del capitalismo ha fatto penetrare la NATO ovunque cercando di trarre vantaggi geopolitici a valle di ciò. La Germania che si prende gli ex Paesi dell’Est e sta tra proclami occidentali e partecipazioni a Gazprom e export in Cina. La Francia dell’euromed neocoloniale. E intanto gli ex Est passati in area tedesca che si autonomizzano; quelli coperti dalla NATO  iniziano a rovesciare la Storia da antinazista ad antirussa. E la maggioranza di Ursula li fa entrare. Neanche anticomunista. Proprio anti-russa. Come anti-cinese è il focus di NATO 2030.

È questa UE qui che pensa di vendere armi collettivamente mentre i suoi cittadini pagano le bollette uno per uno.

Si poteva fare altro? Più politica, più autonomia? Dopo la morte fisica e politica di Berlinguer, Brandt e Palme, cioè le vere sinistre, il passaggio chiave fu l’unificazione tedesca. Era lì il punto che doveva dare dell’89 una chiave non di vittoria del capitalismo ma di una nuova opportunità per la democrazia e il governo mondiale che serviva. Lo capì e propose Gorbaciov. L’Occidente gli preferì Eltsin da cui discende Putin. Kohl tenne un punto di equilibrio, uno spazio. Merkel mantenne l’apertura ma galleggiò. E infatti ora riprende parola mentre si rischia di affogare nella guerra nucleare per ripartire dal tema della sicurezza comune, anche russa.

Troppo tardi? Speriamo di no.

Non abbiamo bisogno di Capitan Europa e Euro Rambo ma di quel neorealismo che insegnò al mondo cosa significava per i popoli la guerra e come la Pace ripartisse dalle vite delle persone.

Roberto Musacchio

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2 Commenti. Nuovo commento

  • giovanni consoletti
    13/10/2022 7:14

    Curioso che mentre oggi tutti,politici,giornalisti, intellettuali,dicono che fu sbagliato non trattare con le BR che tenevano prigioniero Aldo Moro perché era in gioco la vita di un uomo, oggi che sono in gioco le sorti del mondo intero si oppongono a trattare con la Russia che ha invaso l’Ucraina, la sta distruggendo e minaccia di usare l’atomica.

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  • Luciano Zambelli
    13/10/2022 14:46

    Commento *
    Le manifestazioni pacifiste vengono attaccate perchè non avrebbero un vero obiettivo realistico: bisognerebbe infatti, si dice, andare a protestare sotto l’ambasciata della Russia che è l’aggressore e che è quella che non vuole la pace. A mio avviso quel che dovrebbe toccare in primis a tutti noi pacifisti “occidentali” è fare ciò che era peraltro urgente (ma non eravamo in molti a cercare di dirlo) fin dall’inizio del conflitto: criticare apertamente Stati Uniti e Nato per il progressivo accerchiamento costruito negli anni attorno alla Russia e premere sui nostri governi perchè, riconoscendo gli errori, offrano per primi disponibilità a fare passi indietro, se si vuole davvero far cessare il massacro ucraino. Certo, Ernesto Balducci per la sua opposizione alla guerra del Golfo fu accusato d’esser “saddamista”, “terzomondista”, insomma nemico dell’occidente. Noi oggi dobbiamo aver paura d’essere chiamati “putiniani”?
    Luciano Zambelli
    (Lega per il Disarmo Unilaterale)

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