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Appello al Segretario ONU

transform!Italia sottoscrive l’appello  indirizzato al Segretario Generale dell’ONU e firmato da una lunga serie di organizzazioni del Rojava e dell’area. Riportiamo la lettera di accompagnamento, il testo dell’appello tradotto in italiano e il link per le adesioni. –

 

Gentili Signore e Signori,
care e cari amici,

Come sapete, lo stato turco ha avviato un’operazione militare aerea, prendendo di mira infrastrutture civili, siti militari, civili e giornalisti nel nord e nell’est della Siria con aeroplani e droni. La minaccia di un’operazione di terra continua. Una tale invasione del territorio siriano costituirebbe un altro grave crimine e una catastrofe umanitaria con innumerevoli vittime civili e ulteriori sfollamenti.

La Turchia non agisce per autodifesa, ma al contrario attacca la Siria settentrionale e orientale sulla base di calcoli politici interni.

Inoltre, gli attacchi della Turchia stanno già deteriorando la situazione della sicurezza nella regione, fornendo le basi per un riconsolidamento e una riorganizzazione dell’ISIS. In questo senso, la Turchia sta minando gli sforzi congiunti per combattere il terrorismo, che colpisce la sicurezza regionale e globale.

Noi, attori della società civile nel nord-est della Siria, abbiamo avviato una campagna di firme, perché vediamo che la comunità internazionale rimane in silenzio. Ci auguriamo che tutti gli attori della società civile come associazioni, reti, organizzazioni, sindacati e così via ci sostengano nel nostro desiderio che questi attacchi cessino. Oltre alle organizzazioni possono firmare personalmente anche personaggi pubblici come autori, artisti, politici, filosofi, ricercatori.

Chiediamo a tutti voi di sostenere la nostra campagna firme e di diffonderla nelle vostre cerchie. Potete trovare il testo completo e il luogo dove firmare al link in fondo.

Cordiali saluti,

Civil Diplomacy Center, Tev-Dem Democratic Society Movement, Union of Civil Society Organizations-Raqqa, Union of Civil Society Organizations-Tabqa, Kongra Star, Zenobia Women’s Assembly, Unity of Beliefs and Religions Mesopotamia, Organization Against Violence-SARA, Free Media Union, Union of intellectuals West Kurdistan, University of Rojava, The Culture and Art Movement, The Municipalities and Environment Committee in the Al Jazeera Region, Afrin Social Association, Idlib Green Council, Federations of War Wounded in NES, Green Braid Organization, The Kurdish Red Crescent,

Ecco il testo dell’appello:

Al Segretario Generale delle Nazioni Unite

A mezzanotte del 20 novembre, lo stato turco ha lanciato un’operazione militare aerea, denominata “Operazione Claw-Sword”, prendendo di mira infrastrutture civili vitali, siti militari, civili e giornalisti nel nord e nell’est della Siria con aerei e droni. Gli attacchi iniziali includevano le aree di Kobane (Ain al-Arab), Derik (al-Malikiya), la regione di al-Shahbaa, Ayn Issa e Zirgan ad al-Hasaka. Oltre alle vittime militari, 16 civili, tra cui un giornalista, hanno perso la vita nella prima notte degli attacchi e dozzine sono rimasti feriti.

Inoltre, gli attacchi aerei e di artiglieria turchi, che continuano ancora oggi, prendono di mira infrastrutture civili critiche. Più di 45 infrastrutture, in particolare centrali elettriche e stazioni di servizio, giacimenti di petrolio e gas, silos, nonché ospedali e scuole sono state distrutte.

La Turchia sta deliberatamente violando il diritto internazionale umanitario. L’uccisione di civili, così come gli attacchi contro le infrastrutture civili, sono crimini di guerra.

Inoltre, l’attuale aggressione della Turchia contro la Siria settentrionale e orientale non è né legittima né legale. Il governo turco sta giustificando i suoi continui attacchi con l’attentato di Istanbul del 13 novembre, per il quale incolpa le forze di autodifesa del nord e dell’est della Siria, senza fornire alcuna prova e nonostante le indicazioni che questo attacco sia stato auto-fabbricato da elementi dell’esercito turco stato. Oltre a ciò, per lanciare un attacco militare basato sull’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite come “autodifesa”, è necessaria l’approvazione ufficiale del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Ma fino ad ora la questione non è stata neppure messa nell’agenda dell’Onu dalla Turchia.

La Turchia non agisce per autodifesa, ma al contrario attacca la Siria settentrionale e orientale sulla base di calcoli politici interni. Inoltre, viola in modo permanente gli accordi di cessate il fuoco firmati nell’ottobre 2019 tra Turchia e Russia e Turchia e Stati Uniti. Sfortunatamente, queste violazioni rimangono senza conseguenze per Ankara.

Mentre continuano i loro attacchi aerei e di artiglieria, il presidente turco Erdoğan ha annunciato una nuova operazione di terra che mira a invadere e occupare ulteriori luoghi nella regione. Una tale invasione del territorio siriano costituirebbe un altro grave crimine e una catastrofe umanitaria con innumerevoli vittime civili e ulteriori sfollamenti.

Inoltre, gli attacchi della Turchia stanno già deteriorando la situazione della sicurezza nella regione, fornendo le basi per un riconsolidamento e una riorganizzazione dell’ISIS. In questo senso, la Turchia sta minando gli sforzi congiunti per combattere il terrorismo, che colpisce la sicurezza regionale e globale.

Noi sottoscritti, in rappresentanza della società civile in Medio Oriente e nel mondo, chiediamo al Segretario generale e alle istituzioni e organizzazioni competenti delle Nazioni Unite di agire contro gli attacchi illegittimi e illegali della Turchia contro il popolo della Siria settentrionale e orientale. Chiediamo che le Nazioni Unite adempiano alle proprie responsabilità umanitarie e in materia di diritti umani per fermare una prevista invasione turca nel nord e nell’est della Siria e per proteggere le vite dei civili.

| Lancio della campagna: 01 dicembre 2022

Signature Campaign: Stop Turkish Aggression Against North and East Syria

To the United Nations Secretary-General At midnight on November 20th, the Turkish state launched an aerial military operation, under the name “Operation Claw-Sword”, targeting vital civil infrastructure, military sites, civilians and journalists in North and East Syria with air planes and drones.

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