Si è conclusa domenica con una ultima sessione di convergenza la 4 giorni di Firenze 2022.
Fu proprio a Firenze 20 anni fa che transform! europe ha tenuto il proprio battesimo con delle iniziative pubbliche che accompagnavano la gestazione del Partito della Sinistra Europea, e che portarono nel 2004 alla realizzazione a Roma del proprio congresso fondativo.
Proprio da Firenze si lanciò la più grande mobilitazione della storia dell’umanità, contro la guerra. Centinaia di milioni in strada per cercare di fermare quella stagione di guerra preventiva e permanente che ci ha condotto fin qui, dentro una guerra sul terreno europeo, le cui ragioni forse risalgono proprio da quella tragedia che non siamo riusciti a fermare.
Il ricordo della sterminata partecipazione, della ricchezza di contenuti, di assemblee con 3 o 4000 persone non può che far impallidire il presente. Per chi come me si è trovato in quei giorni a respirare quella atmosfera di assalto al cielo a condividere l’emozione di camminare insieme a tantissimi per raggiungere pace e giustizia, essere a Firenze oggi, è insieme il ricordo di un altro futuro possibile e la necessità di riprovarci e cercare ancora.
Di fronte allo scenario del mondo di oggi nel ripensare alle parole, alle denunce, alle proposte di alternativa che venivano lanciate allora, ci accorgiamo di quanto avessimo ragione. Che le scelte del capitalismo globalizzato che contestavamo ci hanno portato dove non avremmo voluto e dovuto arrivare.
Allora facemmo nostra la battaglia di Nelson Mandela per la liberazione dei brevetti sui farmaci contro AIDS, oggi il disastro della pandemia ci vede ancora in prima fila a chiedere la fine del monopolio delle case farmaceutiche sulle cure. A ribadire che “noi siamo la cura, voi la malattia”.
Ribadiamo oggi quello che dicevamo allora, la crescita capitalista non guarda al limite del pianeta nello sfruttamento delle sue risorse, mettendo in discussione la vita umana e l’ecosistema, facendo pagare i costi delle tragedie ambientali a paesi e popoli che sono i meno responsabili.
Ma sicuramente l’aspetto più tragico che questo modello di sviluppo capitalista si porta dietro è la guerra. La guerra come elemento portante per imporre ingiustizia e neo colonialismo. Ingiustizia all’interno dei confini dove la ricchezza è sempre più concentrata in poche mani, e neo colonialismo nei confronti dei paesi africani e medio orientali.
Per questo credo che la battaglia determinante è quella per la pace, per sottrarre all’egemonia politica e industriale degli armamenti, le capacità di dominio della scena pubblica. Per riconvertire le spese militari in spesa per sanità, scuola e ricerca. Per imporre una riconversione produttiva e sociale per la salvaguardia della nostra sopravvivenza. Perché la Pace non è tutto, ma senza Pace tutto è impossibile.
La principale iniziativa che l’appuntamento di Firenze ha prodotto, a mio avviso, è stata proprio l’allargamento della mobilitazione per la pace che in Italia ha portato alla manifestazione del 5 novembre. Una rete di organizzazioni e soggetti che hanno dato disponibilità ad allargare a livello europeo la rete dei soggetti coinvolti. Partendo dalla promozione di un appello per una “Tregua di Natale” con un evidente richiamo a ciò che successe durante la Prima guerra mondiale.
Firenze 2022 potrà segnare un passaggio importante nella ricostruzione della dimensione europea dei movimenti e delle lotte sociali, proprio se sarà in grado di continuare questa mobilitazione, che non è solo un vuoto pacifismo, ma contiene tutti gli aspetti del nostro altro mondo possibile.
Comunicato stampa del comitato organizzatore